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Trentatré anni fa cadeva il muro di Berlino anche grazie a un giornalista italiano

Il 9 novembre 1989 si assisteva a uno degli eventi più commoventi della storia

Di Alice Magnano |

Il simbolo della divisione era il muro di 155 chilometri che da 38 anni tagliava in due la città di Berlino: da un lato la Repubblica Federale Tedesca, alleata degli Stati Uniti e tra i fondatori della comunità europea, dall'altro lato la Repubblica Democratica Tedesca, assegnata all'Unione Sovietica alla fine della seconda guerra mondiale. 

Riccardo Ehrman, il corrispondente italiano dell'ANSA a Berlino, la mattina del 9 novembre ricevette una soffiata da una delle sue fonti a proposito di "graduali aperture" sulla legge che impediva ai tedeschi di Berlino Est di andare nella parte Ovest.

Il pomeriggio Ehrman andò alla conferenza stampa del comitato centrale del partito comunista della Repubblica Democratica Tedesca; a rispondere alle domande dei giornalisti vi era il responsabile dell'informazione del partito, Günter Schabowski. Questi sottolineò come la politica di governo della DDR (Repubblica Democratica Tedesca), negli ultimi anni, fosse intrisa di errori.

Appena dopo tali affermazioni, ad Ehrman, che teneva la mano alzata già da diverso tempo, fu dato il diritto di porre altre domande. Allora il giornalista italiano chiese appunto se anche quel recente provvedimento fosse stato un altro di quegli errori. Schabowski rispose stizzito che non lo era affatto e tirò fuori dalla tasca della giacca un documento governativo e cominciò a leggerlo dettagliatamente.

Quel documento conteneva delle disposizioni che davano ai cittadini della Germania Est il diritto di attraversare i check point ed entrare nel territorio della Germania Ovest.

«Quando verrà attuato il nuovo regolamento sui transiti tra le due Germanie?», chiese Ehrman. 

 «A quanto ne so io, subito, da ora», disse Schabowski.

La conferenza era trasmessa in diretta tv, in pochissime ore migliaia di berlinesi raggiunsero il Muro per oltrepassarlo e prenderlo a picconate. Anche Riccardo Ehrman si diresse presso il simbolo della divisione, venne riconosciuto dalla folla e portato in trionfo.

Riccardo Ehrman passerà alla storia come l'italiano che fece cadere il Muro di Berlino.

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