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A Siracusa, da Eschilo a Euripide, le tragedie greche che raccontano l’oggi

Tre le opere che saranno messe in scena a partire dal 17 maggio. Il canadese Robert Carsen per la prima volta nella città aretusea

Di Redazione |

Le tragedie greche parlano agli uomini di ogni tempo e di ogni luogo. Sono dunque sempre contemporanee. Quest’anno per la 57° stagione di Siracusa 2022 vanno in scena «Agamennone», primo atto dell’"Orestea" di Eschilo, «Edipo Re» di Sofocle e «Ifigenia in Tauride» di Euripide. I registi sono Davide Livermore, Robert Carsen e Jacopo Gassmann. Il teatro quest’anno sarà a capienza piena, quindi tra 5000 e 6000 spettatori a sera, per 45 serate. 

Si comincia con «Agamennone» di Eschilo, prima parte della Trilogia «Orestea», regia di Davide Livermore il 17 maggio. Lo scorso anno abbiamo assistito all’enorme successo per "Coefore" ed «Eumenidi», seconda e terza parte della trilogia che vedremo per intero, in una filata di più di 4 ore il 9 luglio. Il 18 debutta «Edipo Re» di Sofocle regia di Robert Carsen. Il 17 giugno va in scena «Ifigenia in Tauride» di Euripide, diretta da un figlio d’arte come Jacopo Gassmann. Tutti e tre i grandi tragici sono presenti quest’anno con i loro capolavori, e sono le origini stesse del teatro greco, ma anche le origini dell’identità occidentale. «Agamennone» narra il delitto del re, comandante dell’esercito acheo, per mano di Clitennestra e del suo amante Egisto, storia di sangue e di vendetta. Agamennone sacrifica la giovane figlia Ifigenia per far partire le navi. Ora la regina si vendica e lo massacra insieme alla schiava amante Cassandra. Tra gli attori impegnati quest’anno Maddalena Crippa, Giuseppe Sartori, Laura Marinoni, Sax Nicosia, Linda Gennari, Stefano Santospago e molti altri, oltre al coro della Scuola dell’Inda. Con un rinforzo notevole per «Edipo re» per cui Carsen ha voluto un coro di 80 attori, a rappresentare la polis, perché la tragedia non è solo privata, ma investe tutta la città. "La giustizia è il concetto attorno a cui gira tutta l’Orestea – racconta Livermore – Io sento il bisogno di totale adesione filologica alla tragedia classica. Seppure da un’ottica più recente. Qui saremo negli anni trenta, in un mondo che sta per crollare. La scena prevede una grande superfice specchiante, che rifletterà anche il pubblico. La giustizia è fatta dagli uomini e dunque conserva tutte le ambiguità e le contraddizioni degli uomini." 

Il 18 è la volta del canadese Robert Carsen per la sua prima volta a Siracusa. Si confronta con la tragedia per eccellenza, "Edipo re» di Sofocle. Il dramma senza soluzione, inevitabile, come la sorte. Edipo, la madre e moglie Giocasta, l’indovino cieco Tiresia, persino il padre Laio, tutti fanno ciò che è in loro potere per aggirare la profezia dell’Oracolo di Delfi, ma invece faranno esattamente il gioco del destino. Dopo un mese esatto, il 17 giugno avremo «Ifigenia in Tauride». «E' una tragedia molto scura – ha spiegato Jacopo Gassmann – la Tauride è una terra sfuggente, Euripide scrive la tragedia in un momento di assoluta crisi, quando Atene stava per perdere la guerra con Sparta. Oreste qui non è pacificato, come nell’Orestea, è inseguito dalle Erinni, la cosa più interessante è che stiamo parlando di una tragedia di figli che si aggirano sotto un cielo plumbeo, senza riconoscersi, hanno solo domande e in questo ci somigliano». Nel cast Anna Della Rosa, Ivan Aloisio, Massimo Nicolini.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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