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Archeologia, l’Università di Catania avvia progetto in Mesopotamia

Dopo le scoperte nel Caucaso meridionale, l’ateneo catanese incrementerà la sua presenza archeologica in Medio Oriente grazie ad un accordo che sarà siglato con le autorità irachene

Di Redazione |

L’archeologia dell’università di Catania incrementerà la sua presenza in Medio Oriente. Dopo le scoperte archeologiche nel Caucaso meridionale, infatti, sarà avviato nel 2022 il primo progetto di archeologia urbana a Baghdad promosso dal dipartimento di Scienze umanistiche, diretto dal prof. Nicola Lanteri, in collaborazione con l’Iraqi state board of antiquities and heritage (Sbah), diretto dal prof. Hussein Laith. «L'accordo che sarà siglato – spiega Lanteri – prevede uno scambio di know-how per il quinquennio 2022-26 e avrà l'obiettivo di far ripartire la ricerca archeologica, ma soprattutto una progettualità che possa permettere a Baghdad di tornare ad essere un polo d’attrazione turistica dopo le guerre che hanno martoriato l’Iraq durante il corso degli ultimi vent'anni.

L’Urban archaeology a Baghdad sarà anche una straordinaria opportunità per studiosi e studenti dell’università di Catania di scoprire le vestigia di antiche società della Mesopotamia, la Terra tra i due fiumi culla delle prime civiltà, lungo il corso del fiume Tigri». L'accordo prevede anche un supporto da parte di studiosi e studenti dell’ateneo di Catania nello scavo dell’antica città di Baghdad che si trova lungo la sponda orientale del fiume Tigri.

Durante la sua missione a Baghdad, il prof. Laneri ha incontrato anche l’ambasciatore italiano in Iraq, Bruno Pasquino che, rivela il docente, «ha evidenziato l’importanza strategica del progetto che potrebbe consentire di mettere a disposizione delle autorità locali la conoscenza e la tradizione italiana nello studio, restauro e promozione del patrimonio archeologico della città di Baghdad creando così il primo parco archeologico urbano della capitale irachena».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA