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Fondazione Federico II, a Palermo le idee di rinascita di 16 grandi artisti

L’esposizione .RE mira ad affermare il principio che l’arte, oggi più che mai, è una risposta all’atrofia delle coscienze. In mostra anche Michelangelo Pistoletto con la sua "Sfera di giornali": una composizione di titoli e articoli che descrivono i mille drammi e le sfide del mondo

Di Redazione |

Il progetto, più che l’ambizione, è quello di dare un segno della «realtà reale». Da qui la rappresentazione di una esigenza di «rinascita» dopo eventi sconvolgenti come la pandemia, la regressione democratica, la guerra. Tutti segni che si ritrovano nelle 28 opere di sedici grandi interpreti dell’arte contemporanea in mostra, fino al 31 ottobre, a Palazzo Reale a Palermo. L’esposizione .RE curata dalla Fondazione Federico II mira ad affermare il principio che l’arte, oggi più che mai, è una risposta all’atrofia delle coscienze. Un esercizio nel quale si ritrovano, ciascuno con un proprio linguaggio, Alberto Burri, Saint Clair Cemin, Tony Cragg, Zhang Hong Mei, Anselm Kiefer, Jeff Koons, Sol LeWitt, Emil Lukas, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Tania Pistone, Andres Serrano, Ai Wewei e Gilberto Zorio. Non manca, nell’interpretazione collettiva della ripresa della vita, un riferimento al caso siciliano: è il «Grande Bianco Cretto» di Burri che rimanda alla elaborazione delle ferite del suolo causate dal terremoto del 1968 nel Belice. 

Gli artisti tendono soprattutto a dare risposte al conformismo e alle tragedie del tempo con linguaggi che esaltano la funzione sociale dell’arte contro ogni formalismo stereotipato. E con il racconto della cruda realtà come cerca di fare Michelangelo Pistoletto con la sua "Sfera di giornali": una composizione di titoli e articoli che descrivono i mille drammi e le sfide del mondo. «L'idea – dice Patrizia Monterosso, direttrice generale della Federico II – è quella di misurarsi con uno squilibrio improvviso generato dalla pandemia e dalle guerre. Fuori da ogni paradigma si tende a risvegliare le coscienze nel rapporto con gli altri e con la natura. In arte ciò si è tradotto nella capacità di trattare i temi della spiritualità, della socialità, dei diritti umani, della democrazia contro le vecchie e nuove barbarie semplificatrici.

Queste espressioni dell’arte contemporanea sanno opporre resistenza ai fondamentalismi evitando le scorciatoie». «Da tempo – aggiunge Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II – scommettiamo sulla grande capacità espressiva e di senso dell’arte moderna. Con questa mostra vogliamo mettere il dito su una domanda cruciale: cosa resterà della storia recente? La proposta che queste opere ci suggeriscono è riassunta nel progetto di dare spazio a una umanità rigenerata». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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