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LA GUIDA

In cammino per 630 km lungo 37 tappe: ecco l’altra Sicilia, affascinante e sconosciuta

Un volume in cui Grazia Pitruzzella, accompagnatore di media montagna, porta il lettore allo scoperta dei paesaggi nascosti dell'Isola

Di Giuseppe Riggio |

Per mesi in cammino sulle montagne siciliane per verificare i 630 chilometri del tratto isolano del Sentiero Italia. Lunghe giornate in ambienti sempre diversi, spesso in compagnia dei volontari del CAI, qualche volta anche da sola. Ne è venuto fuori un completissimo volume da 350 pagine in cui è scritto tutto quello che c'è da sapere sul Sentiero Italia in Sicilia.

Autrice del testo Grazia Pitruzzella, che di professione fa l'accompagnatore di media montagna iscritto al collegio delle guide alpine, con base di lavoro a Zafferana Etnea. A partire dalla seconda metà del 2000, in una delle prime fasi di rallentamento della pandemia, si è immersa in questo doppio ruolo di guida-scrittrice, come dire scarponi e tastiera, grandi orizzonti e minuziose verifiche cartografiche.

Il risultato è un dettagliatissimo volume, edito dalla casa editrice Idea Montagna (Sentiero Italia Cai, volume 2, Sicilia, da Trapani a Messina, pag. 350, euro 27) che verrà presentato il prossimo 23 luglio presso la Casa della Capinera di Trecastagni. 

In pratica Grazia Pitruzzella ha percorso metro per metro tutte le 37 tappe dell'itinerario che attraversa l'intera Isola, a partire dai monti dello Zingaro sino allo Stretto, con l'obiettivo di raccontare il Cammino e di verificarne contemporaneamente la segnaletica. Un lavoro quindi tra tradizione e modernità (smart phone con traccia digitale in una mano e bloc notes nell'altra) nel quale ha saputo mettere a frutto la sua storia di siciliana emigrata da bambina a Milano e poi ritornata a lavorare nella sua terra di origine.

Tutto questo senza naturalmente trascurare di condividere le emozioni che i Cammini sanno offrire.  «In realtà è stato un viaggio anche attraverso i nostri territori marginali, fra colline e montagne, e devo dire – racconta Grazia Pitruzzella – che si ha la percezione di zone ormai scarsamente frequentate, i rilievi siciliani sono sempre meno utilizzati come ambiente di lavoro; al massimo si incontra qualche pastore o degli operai forestali, per questo è importante riportarvi almeno delle forme di turismo escursionistico». 

Nei ricordi dell'autrice della guida si affollano immagini di boschi e panorami magnifici, ma pochi incontri: «Un vecchietto ottantenne che a Floresta intrecciava panieri e con cui è stato piacevole a lungo chiacchierare. Oltre naturalmente alle tante giornate in compagnia dei volontari del Cai che l'itinerario lo hanno materialmente ideato e tracciato e che spesso hanno voluto guidarmi per mostrarmi il risultato del loro impegno». 

Giornate contraddistinte quindi dalla solidarietà fra montanari, ma anche dallo sconforto per i tanti edifici in abbandono.  «I Peloritani ad esempio sono bellissimi, ma privi di strutture di appoggio in quota, nel libro ho sopperito inserendo i riferimenti degli agriturismi e dei B&B che possono assistere gli escursionisti che percorrono il Sentiero Italia, ma lo spettacolo dei vecchi rifugi ormai in rovina lungo la cresta spettacolare dei monti del messinese non fa bene all'immagine turistica della Sicilia, oltretutto in quello che considero uno dei più tratti più affascinanti dell'itinerario». 

Servono senza dubbio particolari attenzioni per questi territori di confine, dove per secoli si sono intrecciate opere dell'uomo e forze della natura e dove oggi, dopo decenni di politica protezionistica, l'ambiente è certamente meglio tutelato, ma il territorio sempre più spopolato.

 E' inevitabile concludere la conversazione con Grazia Pitruzzella chiedendole di operare un’ardua selezione e di consigliare le tre tappe da non perdere assolutamente, fra le 37 complessive: «Ovviamente non è facile – risponde sorridendo – direi che la discesa dal Rifugio Sapienza a Zafferana, passando però dalla cresta impegnativa della Valle del Bove è meravigliosa; consiglierei anche la tappa dal rifugio Marini di Piano Battaglia sino a Petralia Sottana (con le due varianti previste) e infine da Portella Armacera salendo sino al Santuario di Dinnammare e poi la lunga discesa sino allo Stretto”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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