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Il cortometraggio “Ospite” di Chiara Rapisarda premiato all’Indipendent short film festival

Nella sezione Visioni isolane alla  decima edizione di "Corto di sera", la storia di Moussa, giovane  migramte della Costa d'Avorio

Di Redazione |

Il cortometraggio "Ospite" di Chiara Rapisarda ha guadagnato il primo posto nella sezione Visioni isolane, della Decima edizione di “Corto di sera” nell’Indipendent short film festival di Itala (Messina). A ricevere il premio, in assenza della regista Chiara Rapisarda, è stato Massimo Caminiti, Presidente del CINIT (Cineforum italiano) e sostenitore del giovane talento siciliano. 

Selezionato già in numerosi festival nazionali e internazionali, giunto molte volte in finale, ha ricevuto il premio del pubblico nel marzo 2021 al Palladium Film Festival di Roma, "Ospite" esprime il valore dell’accoglienza che caratterizza la Sicilia: sulle spiagge del litorale ionico di Catania ha inizio alla storia di Moussa, un giovane immigrato della Costa d’Avorio. Il tema dell’immigrazione è, comunque, un pretesto per scandagliare i conflitti di un personaggio che si nasconde innanzitutto da sé stesso per il senso di colpa di essere sopravvissuto a discapito dei suoi compagni.

La macchina da presa coglie con profonda sensibilità i drammi interiori, il bisogno di libertà e di riscatto finale che costituiscono le linee portanti del cortometraggio. Il personaggio vaga senza una vera meta, accompagnato dai suoi pensieri, mosso dalla sola idea di ripetere qualcosa che faceva nella sua infanzia: salire sulla cima della montagna del suo villaggio. L’incontro con un pastore isolano gli permetterà di adattarsi alla nuova vita, accettando la sua nuova condizione anche se il finale resta aperto verso ‘possibili narrativi’.

Attraverso l’ambientazione, la disposizione degli oggetti e l’utilizzo dei costumi in alcune scene, l’artista ha voluto rendere omaggio alla memoria dei luoghi e alle antiche ‘storie di emigrazioni’. L’epilogo è volutamente aperto, per consentire allo spettatore di immaginare il futuro del protagonista: la macchina da presa si muove in salita sulla montagna per scandire il suo desiderio di libertà: la finzione si incastra al vissuto reale e racconta una storia “semplice”, di accoglienza e di apertura culturale.

Uno sguardo nuovo e inedito, quindi, sul tema del dramma dell’immigrazione, rappresentato in una sorta di specchio riflettente, che consente di ripensare a quello degli abitanti dell’isola e di esplorare il valore dell’ospitalità. Un tema attualissimo, rivisitato in chiave originale, con l’intenzione di indagare il mondo interiore del giovane, i terribili ricordi, i suoi sogni, i conflitti e i desideri in chiave intimistica su uno sfondo di storia collettiva e universale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA