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IL LIBRO

Riscoprire la grande bellezza di Catania con «un viaggio nel barocco»

In libreria il volume di Antonio Grasso: 400 pagine, oltre 400 immagini, e la dedica a un catanese speciale 

Di Alfredo Zermo |

La grande bellezza di Catania ce l’abbiamo sotto gli occhi, a  portata di mano, ma spesso e volentieri nemmeno ce ne accorgiamo, offuscati come siamo dalla frenesia della quotidianità, dalle esigenze personali, dalle classifiche che relegano la città etnea agli ultimi posti per vivibilità. E così dimentichiamo che nel 2002 Catania è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità. E’ inserita all’interno del sito seriale Le città tardo barocche del Val di Noto. 

A ricordarci uno dei primati positivi della città, ma soprattutto ad accompagnarci in un grand tour tra le “emergenze architettoniche, artistiche e culturali” etnee è Antonio Grasso, economista urbano, già professore a contratto nella Facoltà di Architettura di Palermo, con il suo ultimo libro «Catania. Un viaggio nel barocco» per Algra Editore. Un viaggio che da piazza Duomo ci porta lungo via Vittorio Emanuele II e via Garibaldi, nel cuore pulsante della città etnea alla scoperta dei segreti – anche sociali – che hanno permesso a Catania di diventare nella storia il centro propulsore della Sicilia orientale.

E’ un viaggio lungo oltre 400 pagine quello in cui ci accompagna  l’autore Antonio Grasso ma che non deve spaventare perchè non stanca, anzi. Incuriosisce ad ogni svolta, stimola a scoprire sempre di più ed è arricchito da ben 473 immagini antiche e contemporanee che rendono il percorso affascinante, godibile, soprendente. Non solo: il volume è valorizzato anche da 12 tavole con le coordinate topografiche che consentono l’immediata identificazione nelle mappe dei siti esaminati,  163 tra palazzi nobiliari, chiese, conventi, monasteri, monumenti e resti antichi.

In questo viaggio nella Catania barocca ci sono un prima e un dopo: il prima è la Catania del Seicento e Settecento (descritta e illustrata nella prima parte del volume), il dopo è la città che muta radicalmente  in seguito al terremoto del 1693 a cui Antonio Grasso dedica la seconda parte della sua opera. Le due dimensioni temporali, il prima e il dopo, sono strettamente correlate tra loro, anche geograficamente, tanto che il lettore viene accompagnato nella trasformazione delle strade prese in esame scoprendo come la Catania di oggi sia il frutto di una metamorfosi che –  è sottolineato nella prefazione – «ha visto impegnati per oltre due secoli, maestranze, architetti e ingegneri quasi tutti, se escludiamo Vaccarini – formatisi nel Siculurm Gymnasium, vanto della città». 

Le descrizioni di Grasso sono davvero attente, minuziose ma accattivanti, fanno innamorare dei luoghi di questa città: sia dei più rappresentativi come anche di quelli che più nascosti. Solo per citarne una, c’è una rappresentazione di piazza Mazzini così meticolosa che sembra di essere catapultati indietro nel tempo e di rivivere le atmosfere di una volta.

Quanto sia accurato il lavoro dell’autore è testimoniato anche dall’ampia bibliografia citata da Grasso nel corso della sua opera ed elencata in ben 11 pagine finali dove fanno capolino quasi 300 pubblicazioni: uno studio davvero imponente. 

Ma la grande novità di quest’opera è anche e soprattutto l’intrecciarsi dei luoghi con le persone – catanesi e non – che li hanno vissuti. Le storie di questi personaggi – alcuni noti e altri meno conosciuti -, tutti citati per nome e cognome, danno vita al libro di Grasso e rendono giustizia alla tenacia a e all’ingegno degli abitanti di Catania, capaci di risollevarsi da eruzioni e terremoti distruttivi e di ricostruire una città sempre più bella. Non a caso sulla copertina del libro (una moderna illustrazione che sintetizza Catania tra la cattedrale, la porta Ferdinandea e la statua di Sant’Agata in piazza dei Martiri) figurano le parole “Melior de cinere surgo” (“Risorgo migliore dalle ceneri”), epigrafe attribuita al principe Rosso di Cerami, tra i principali protagonisti della ricostruzione. 

E non a caso questo libro è dedicato a un catanese doc, il giornalista Tony Zermo (scomparso due anni fa nella prima ondata della pandemia di Covid) che delle sue origini etnee è stato sempre orgoglioso e che non riusciva a staccarsi – se non per pochi giorni – da questa città, di cui ha saputo raccontare sulle pagine del La Sicilia cronache, vizi e virtù. Avrebbe davvero apprezzato questo libro, ricco oltre che di storia anche di curiosità, citazioni e anedotti che ogni catanese dovrebbe conoscere perché hanno contribuito a formare l’identità collettiva degli abitanti di questa città.

Insomma, parliamo di un volume che dovrebbe stare nelle librerie di tutti i catanesi ma che potrebbe essere comprato anche da chi vuole conoscere in profondità questa grande città. In fondo si tratta di una guida, una guida al cuore e all’anima di Catania. Così essenziale che l’autore potrebbe pensare anche a una versione light per viaggiatori.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA