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Analisi Fabi, banche italiane solide e meno esposte a crisi

L'indice di liquidità al 176%, livello di redditività al 9%

Di Redazione |

MILANO, 24 MAR – Per le banche italiane sono “quasi impossibili” eventuali impatti derivanti dalla crisi di Silicon Valley Bank e Credit Suisse. E’ quanto emerge da una ricerca della Federazione autonoma bancari italiani dalla quale emerge che gli istituti di credito registrano un indice di liquidità al 176%, un grado di qualità del patrimonio al 16,2% ed il livello di redditività che sfiora il 9%. Una situazione di tranquillità che riguarda tutto il settore bancario europeo. Per comprendere a pieno questa solidità, è sufficiente analizzare i dati relativi a settembre 2022 e che interessano le più importanti banche dei principali Paesi europei. Nel Vecchio continente sono 111 gli istituti di credito significativi. Il totale degli attivi di questi complessivamente ammonta a ben 27.770 miliardi di euro e quello dei profitti supera i 92.000 miliardi. Analizzando nel dettaglio le prime quattro nazioni, l’Italia con 12 banche significative è al quarto posto per totale di attivi (2.833 miliardi di euro) e per profitti (12.873 miliardi), con l’indice di bilancio che esprime la redditività del capitale proprio (Roe) dell’8,95%, al di sopra della media dell’Unione europea. “La solidità finanziaria delle banche italiane dipende da tre fattori cruciali: le regole e i controlli efficaci della vigilanza, la qualità professionale dei vertici dei gruppi e la resilienza assicurata dalle lavoratrici e dai lavoratori che con il loro impegno hanno fornito un formidabile contributo alla tenuta e alla stabilità del settore bancario italiano”, afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.

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