Catania, tra led e cartelloni mercato della pubblicità in fermento: Damir perde l'aeroporto, i nuovi equilibri
Sullo sfondo ci sono il passaggio (inevitabile) dal cartaceo al digitale con annesse resistenze delle aziende legate agli impianti tradizionali
Tira aria di nuovi equilibri nel settore della pubblicità in città, destinata a minare l’oligopolio finora mantenuto dalla società “Damir”, di proprietà di Dario Mirri, attuale presidente del Palermo Calcio, seguita da “Traguardi” e “Alessi". Sullo sfondo ci sono il passaggio (inevitabile) dal cartaceo al digitale con annesse resistenze delle aziende legate agli impianti tradizionali non più disposti a “raccogliere solo le briciole” lasciate dai soliti noti, unito alla “rincorsa” a normare il settore dei Led da parte dell'amministrazione comunale.
Non lo diciamo noi, ma le oltre 20 sedute (visibili su Youtube) delle commissioni Tributi, Regolamenti e Attività produttive tenute tra fine giugno e inizio agosto per la modifica al Regolamento Affissioni e Pubblicità, a cui più operatori hanno partecipato. Ancora stamattina si riunirà la commissione Tributi per votare due emendamenti al Regolamento, presentati da Pier Maria Capuana (Fi) e Erio Buceti (FdI), che in sostanza raccolgono le richieste dei grandi player ovvero «consentire video animati “full motion” su strade pedonali o semipedonali e in “slow motion” sulle strade aperte alla normale circolazione veicolare, con spegnimento dei Led dall'una di notte alle 7 del mattino, oltre a equiparare impianti a Led e cartacei sulle distanze previste secondo il Codice della Strada». Si chiede infine di «maggiorare del 20% la tariffa d'imposta per gli impianti a Led».
Che quello della pubblicità sia un mondo fatto di «operatori che si fanno la guerra tra di loro» lo aveva rilevato il dirigente comunale della Ragioneria Gaetano Oliva, ma ci sono anche «pressioni forti che si ricevono, e da cui dobbiamo cercare di non farci condizionare - ha commentato a “La Sicilia” il capogruppo Pd Maurizio Caserta - Non è un mercato piccolo, a parte le concessioni e le tasse, la pubblicità che già si paga tanto, può generare introiti per le ditte ancora maggiori. I nostri capisaldi, come consiglio, devono essere la sicurezza, il rispetto della concorrenza e il controllo di un mercato su cui, come in altri settori, finora c'è stata tanta oscurità».
Il settore trasporti
A subire il colpo maggiore nel mercato, dicevamo, è stata proprio la società di Mirri che ha costruito negli anni una posizione dominante anche grazie a buoni rapporti con le istituzioni: l'appalto all'aeroporto “Vincenzo Bellini" che deteneva dal 2019, già da novembre 2024 infatti, pur senza troppo clamore sui media locali, era passato dal gruppo palermitano a “MediaOne” - come ha confermato l'ad Sac Nico Torrisi, senza celare soddisfazione: «Si tratta di un grande gruppo romano, azienda seria di alto livello, con tutto il rispetto per i locali». Una commessa che a Sac, società di gestione dell'aeroporto, frutterà 3,5 milioni di euro per 60 mesi, fino al 2029. “MediaOne", nel frattempo, ha avviato una partnership con l'azienda “Alessi Pubblicità”.
Fce, gestore della metropolitana, proprio in questi giorni ha «prorogato per altri due anni la concessione a “Damir” della pubblicità negli spazi della metropolitana catanese - come dettaglia il dg Salvo Fiore - si tratta di 175 mila euro l'anno di introiti per le casse di Circumetnea». Spesso però restano tanti spazi vuoti, ma la nuova gara è già prevista ad agosto 2027 e, considerate le nuove tratte attese (anche fino all'aeroporto), diventerà un appalto molto ambito da altri grandi gruppi.
È sempre sul fronte mobilità, qui nello specifico l’Amts, che la società di Mirri sta avendo qualche problema: a fine 2023 infatti si era assicurata, a 984mila euro per sei anni, la gestione della pubblicità esterna e interna sugli autobus, sulle pensiline, paline di fermata, diffusione di video pubblicitari sui monitor all'interno degli autobus e nei cinque chioschi, oltre alla sostituzione di dieci pensiline di ultima generazione con pannelli digitali.
Oltre alla modalità di posa delle pensiline, che aveva prodotto disagi e situazioni di insicurezza agli utenti (e ne avevamo scritto mesi fa su queste pagine), proprio i pannelli digitali, ancora non normati, avevano fatto alzare l'attenzione dei consiglieri comunali catanesi in maniera bipartisan, da Gianina Ciancio (M5S) a Melania Miraglia (Forza Italia) e Giuseppe Gelsomino (ex Lega ora nel Gruppo Misto). Solo due delle otto pensiline già montate hanno ottenuto l'autorizzazione, le altre sono ancora lì, pure accese. «Magari qualche passaggio non è stato corretto - aveva risposto in commissione l'assessore al Bilancio e alle Partecipate Giuseppe Marletta - l'amministrazione all'inizio non era al corrente delle pensiline a led, ma aveva poi chiesto ad Amts di spegnerle. Tuttavia non si tratta dei soli casi non in regola in città, grazie ai controlli incrementati si sono individuati impianti a led non autorizzati, con contenziosi pendenti. Ecco perché è fondamentale modificare il Regolamento, l'amministrazione lo ritiene un necessario passaggio evolutivo».
Affissioni
I Led non sono le sole criticità dell’affaire affissioni: non c'è mai stato un censimento degli impianti esistenti, ma «grazie alla collaborazione con i Sistemi Informativi stiamo procedendo alla geolocalizzazione - ha ribadito varie volte Oliva - anche se richiederà mesi. Inoltre non esiste una mappatura dei sottoservizi, utili per non generare disservizi durante la posa degli impianti». Infine, a breve l'aula di Palazzo degli Elefanti potrà votare la “riclassificazione” delle strade, da cui dipendono le possibili deroghe alle distanze anche per gli impianti a Led.