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la manovra

Dal governo aiuti alle famiglie con tre figli

Sfida alla denatalità. Mantovano: "La più importante"

Di Redazione |

Il governo è a caccia di risorse per aiutare le famiglie numerose. A partire dai nuclei con 3 figli, per i quali potrebbero arrivare presto novità. Ad annunciarlo è il viceministro all’economia Maurizio Leo, che torna a ribadire la centralità assegnata dal governo guidato da Giorgia Meloni al tema della natalità. «E’ la sfida più importante», conferma il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. Ma sul tavolo dell’esecutivo si scalda anche il dossier legato alle nuove regole del Patto di stabilità Ue: senza un’intesa a Bruxelles – è l’allarme che arriva dal ministro per gli affari Ue Raffaele Fitto – l’Italia è a rischio.«Se non si trova un accordo sul nuovo modello del Patto», il rischio è che a gennaio tornino le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso» per l’Italia, spiega Fitto dal palco del Meeting di Rimini, dando voce ad una preoccupazione avvertita già ieri nell’inciso (“spero di no”) pronunciato dal titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti a proposito del possibile ritorno da gennaio della clausola del vecchio Patto. L’Italia punta tutto sul negoziato che ripartirà a settembre in Europa – dove porterà una proposta negoziale che chiede di escludere gli investimenti -, in modo che le nuove regole partano da gennaio al posto delle vecchie. In ogni caso un aiuto all’Italia potrà venire dalla flessibilità nell’uso dei fondi europei, puntualizza Fitto, che ribadisce la linea della cautela sul Pnrr: è «un’occasione», ma «parliamo di oltre 150 miliardi di euro che prendiamo a debito», un macigno sulle future generazioni, che necessità di «un supplemento di attenzione».

Sul fronte interno, intanto, il governo si prepara all’autunno caldo della manovra. Stipendi e taglio del cuneo sono le priorità, indica il vicepremier Matteo Salvini. Ma a guidare le prossime scelte c’è sicuramente il tema della natalità. Perché con la denatalità che ha l’Italia nessuna riforma delle pensioni può reggere nel medio e lungo periodo, ammoniva già ieri Giorgetti. «Un corpo sociale che rinuncia a mettere al mondo bambini non ha speranza nel futuro», insiste Mantovano, indicando nella natalità la sfida prioritaria dell’esecutivo, più ancora dell’approvvigionamento energetico o delle migrazioni. L’inverno demografico non sembra infatti ancora finito: il 2023 si avvia verso un nuovo record negativo, dopo i 393mila nati del 2022, avverte l’ex presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Un tema «assolutamente fondamentale» per il governo, che per questo è già a caccia di risorse, annuncia Leo. «La priorità la vogliamo dare alle famiglie numerose» e visto che i nuclei con 3 figli non sono «molto rilevanti» (poco più di 900mila nel 2021, secondo i dati Istat, cioè il 3,4% delle famiglie; mentre considerando le famiglie con 3 o più figli si sale a 1,22 milioni), «penso si possano trovare risorse adeguate», spiega il viceministro. Si stanno inoltre valutando il quoziente familiare e sgravi alle aziende che assumono mamme.

E proprio in vista delle scelte da fare per la legge di bilancio si sta accelerando sulla riforma fiscale, spiega Leo, che assicura un fisco «amico» con chi collabora, ma “inflessibile» con gli evasori. In campo ci sono già 13 commissioni di esperti che entro il 20 settembre dovranno fornire un lavoro che farà da base per i decreti attuativi. L’obiettivo è avere un quadro chiaro «per fare poi il cherry picking», vedere cioè cosa può entrare in vigore subito e cosa dovrà attendere. Sicuramente gli interventi che non necessitano di coperture, dai procedimenti agli adempimenti e i versamenti, “potranno entrare in vigore già nel 2024», spiega Leo. Mentre per altri invece, come i tributi, Irpef compresa, servirà la verifica delle risorse con la Nadef. Per passare da 4 a 3 aliquote servono almeno 4 miliardi. Tra poco più di un mese si capirà se ci sono.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA