Dazi, Cgia: senza accordo, Ue sanzioni le big tech Usa
Fatturato 2022 in Italia 9,3 miliardi, dati al fisco 206 milioni
Con l’avvicinarsi della scadenza dell’1 agosto, è necessario che l’Ue continui a negoziare con Washington fino all’ultimo momento disponibile. Tuttavia, qualora non riuscisse a ottenere un accordo «ragionevole», per la Cgia si dovrà redigere un pacchetto di controdazi a cui aggiungere delle misure sanzionatorie nei confronti delle big tech Usa. Visto che anche in Europa realizzano utili da capogiro, è inaccettabile che queste realtà continuino a pagare le tasse nei paesi a fiscalità di vantaggio. Questa condotta, oltre a essere eticamente riprovevole, continua ad essere un cavallo di battaglia politico dell’amministrazione Trump. A tal punto che nel G7 in Canada di giugno, gli Usa hanno imposto un accordo che esenta le proprie multinazionali dall’applicazione della Global minimum tax. Una tassazione mondiale al 15% in capo ai colossi con un fatturato oltre i 750 milioni di euro all’ anno che, invece, rimarrà applicata solo alle grandi holding dei paesi Ocse.
I dazi doganali al 30% pretesi dagli Usa potrebbero innescare una serie di effetti diretti sul nostro export a cui andrebbero sommati anche quelli indiretti - come l’ulteriore svalutazione del dollaro sull'euro, un aumento dell’incertezza dei mercati finanziari e un probabile incremento del costo di molte materie prime - in grado di provocare un danno economico al nostro sistema produttivo fino a 35 miliardi di euro all’anno. Praticamente, osserva la Cgia, la dimensione di una finanziaria.