l'intervista
Il segretario Uil Bombardieri in piazza a Siracusa per lo sciopero: «Troppe disparità con il Nord»
«Prima dell’autonomia differenziata il governo deve garantire pari condizioni su scuola, formazione, lavoro e sanità»
Dopo lo sciopero generale di venerdì scorso, domani tocca alla Sicilia fermarsi, e alla manifestazione di piazza a Siracusa interverrà il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, atteso, fra gli altri, da una platea di lavoratori dei petrolchimici che al momento non vedono prospettive nel loro futuro lavorativo. Un problema grave che si aggiunge ai tanti della piattaforma di rivendicazioni di Cgil e Uil contro la Manovra del governo Meloni e per difendere il diritto allo sciopero. Un Bombardieri a tutto campo che non si sottrae nè alle provocazioni, nè alle domande sulla Sicilia.
Segretario, prima della precettazione forse fra i lavoratori non c’era così tanto entusiasmo rispetto all’adesione allo sciopero. La mossa di Salvini, come abbiamo potuto percepire nei vari luoghi di lavoro, ha, invece, scatenato una fortissima reazione, al punto che l’adesione è stata probabilmente superiore alle vostre attese. Salvini vi ha fatto un favore?«Direi di sì. Sicuramente lo scontro si è fatto politico nel momento in cui qualcuno ha detto che i lavoratori scioperano per farsi il weekend lungo. Questo ha contribuito a fare aumentare nei lavoratori il consenso verso le ragioni della protesta e della lotta per la difesa del diritto allo sciopero».
Tanti italiani sono insoddisfatti per le tante cose che non sono in Manovra. Però famiglie e imprese sono stanche di subire scioperi, soprattutto ora che il Paese in difficoltà deve correre e proprio nel periodo in cui i meridionali che vivono al Nord, già oberati dal caro-voli, rischiano di non potere tornare a casa. Non si possono tentare altri modi per indurre il governo a trattare? O lo sciopero è solo un’arma politica contro il governo?«Che ci siano stati tanti scioperi non ci risulta. Questo è il primo sciopero generale dell’anno. Solo nel settore dei trasporti ci sono stati diversi scioperi, ma organizzati da varie sigle autonome, spesso poco rappresentative. Queste proteste sì che hanno provocato disagi, ma su queste non mi risulta che da parte del governo ci siano stati giudizi politici o precettazioni. Il governo nazionale semmai dovrebbe analizzare le cause che spingono queste sigle autonome a organizzare una serie di scioperi sin dall’inizio dell’anno bloccando le date e condizionando le nostre scelte. Infatti, nel trasporto abbiamo dovuto organizzare l’astensione dal lavoro il 17 novembre perchè il 27 novembre ce n’è già proclamato un altro dagli autonomi. Purtroppo è stata una scelta obbligata. Aggiungo che noi, durante l’emergenza in Emilia Romagna, responsabilmente abbiamo revocato lo sciopero che era stato proclamato, perchè c’era un’esigenza importante. E poi abbiamo fatto uno sciopero sulla sicurezza, quando sono morti i 5 operai sui binari, ma dal governo su questo tema non abbiamo avuto risposte».
La Sicilia subisce il doppio disagio dell’insularità e della carenza di infrastrutture. Finalmente questo governo mette in campo 11,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto e 60 miliardi fra Sicilia e Calabria per completare gli assi ferroviari e autostradali. È documentato che la Uil storicamente è sempre stata a favore del Ponte. Ora affermare che l’unico investimento in Manovra sia il Ponte e non ci sia nulla per il resto è come dire che la Sicilia sta affamando il resto del Paese. Puntate a scatenare una guerra tra poveri?«Non so chi le abbia detto una cosa del genere. Noi siamo favorevoli a qualsiasi investimento, perchè naturalmente porta benefici all’economia, su questo siamo keynesiani. Poi io sono calabrese sposato con una siciliana che si è laureata all’Università di Messina, quindi sono profondamente convinto della necessità di quest’opera. Però è evidente che gli investimenti pubblici per le infrastrutture al Sud e in Sicilia sono stati sottostimati, non solo in questa Manovra, ma negli ultimi anni. Ci sono condizioni molto distanti dal resto del Paese. E, in vista dell’autonomia differenziata, noi sosteniamo che prima bisogna recuperare il divario di condizione rispetto al resto del Paese nella sanità, nell’istruzione, nella formazione e nel lavoro».
Lei è calabrese e domani sarà in Sicilia, a Siracusa, per la manifestazione contro la Manovra. Cosa chiedete per il Sud?«Servono più investimenti per le infrastrutture con l’obiettivo di creare anche più occupazione stabile. Poi bisogna dare risposte ai problemi dell’assistenza sanitaria, della sanità, della scuola, e al diritto dei cittadini del Sud di avere parità di trattamento rispetto ai cittadini del Centro-Nord, quando invece ci sono troppe disparità».
Le vostre richieste per superare la Fornero appaiono sensate e condivisibili. La risposta del governo è che non ci sono fondi per finanziarle. Perché, però, nessuno vuole mettere mai mano alle vere ragioni del buco dell’Inps per rendere il sistema sostenibile? Mi riferisco alle pensioni erogate a tante categorie senza adeguata copertura di contributi, allo squilibrio fra pensioni pubbliche e private, alla necessità di separare previdenza da assistenza…«Noi abbiamo chiesto di separare la previdenza dall’assistenza. Oggi, nella quota di Pil del sistema pensioni comunicata a Bruxelles, la spesa per l’assistenza vale il 4% del Pil. Se fosse separata, il costo della sola previdenza sarebbe in linea con la media Ue. Poi abbiamo chiesto una flessibilità in uscita per i lavori gravosi e una particolare attenzione per Opzione donna e la pensione di garanzia ai giovani. Invece, la Manovra taglia 60 miliardi alle pensioni. Con la sola mancata rivalutazione delle pensioni il governo otterrà un risparmio di 30 miliardi in 10 anni, mentre con il ricalcolo nel Pubblico impiego otterrà un risparmio di 30 miliardi entro il 2040. Il centrodestra in campagna elettorale aveva promesso di superare la Fornero e di aumentare le pensioni, invece il governo Meloni taglia 60 miliardi alle pensioni. Quanto alle risorse per finanziare le nostre proposte, abbiamo suggerito, invano, di reperirle dalla lotta all’evasione fiscale e dalla tassa sugli extraprofitti che aveva come obiettivo un incasso di 11 miliardi e che era stata introdotta da Mario Draghi, che non è certamente un pericoloso comunista. Infine, riguardo alla situazione finanziaria dell’Inps, bisogna fare una volta per tutte chiarezza sull’applicazione dei diritti acquisiti. I parlamentari andati in pensione fino al 2012 mantengono il vitalizio perchè è un diritto acquisito. Dopo il passaggio dell’Inpgi all’Inps, le pensioni in essere dei giornalisti non sono state messe in discussione perchè valgono i diritti acquisiti, mentre per le nuove si applicano le regole più stringenti dell’Inps. Quindi, noi abbiamo chiesto al governo di affrontare la questione e di chiarire una volta per tutte se il principio dei diritti acquisiti vale per tutti oppure no, se c’è una gradualità che vale per alcuni e per altri no. Nel qual caso per garantire l’equità bisogna trovare risorse altrove».
L’ultima perplessità è il fatto che la Cisl vada da sola, sabato 25 novembre, in piazza a Roma. Dipende solo dal fatto che sullo sciopero al momento c’è un’Italia divisa in due e ciascuno interpreta questa o quella esigenza, oppure “c’era una volta la Triplice”?«Le nostre richieste su Manovra e pensioni fanno parte di una piattaforma unitaria. Quando chiediamo il rinnovo dei contratti scaduti e la lotta all’evasione fiscale lo facciamo sempre all’interno di una piattaforma unitaria. Per fortuna in Italia ci sono tre organizzazioni sindacali, ciascuna con la propria storia e le proprie sensibilità. Noi abbiamo sentito la gente, che di fronte a tutte queste cose che sta facendo il governo a danno delle categorie più deboli ci ha chiesto “se non scioperate adesso, quando lo farete?” Da qui la decisione di proclamare otto ore di sciopero spalmate in cinque giornate».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA