Inflazione, quando si fermerà la corsa dei prezzi? Il parere degli analisti e le previsioni per l’autunno

Di Redazione / 02 Luglio 2022
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Dalla frutta ai voli, dalle bollette al tempo libero. L’inflazione a giugno dilaga e tocca l’8%, il tasso più alto da 36 anni. Per il «carrello della spesa» con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona il rincaro è ancora maggiore e raggiunge l’8,3%, nei dati preliminari dell’Istat. Anche questo è un valore record da gennaio del 1986. 

Ci sono brutte sorprese pure per chi può permettersi di partire per le vacanze: quasi raddoppiano i prezzi dei biglietti aerei (+90,4%) e alberghi e altri alloggi sono più cari del 18,1% rispetto a un anno fa. 

I prezzi segnano un picco assoluto anche a livello europeo e sono in crescita dell’8,6% nell’euro-zona, un livello mai registrato da Eurostat fin dalla nascita della moneta comune. In Germania, il tasso d’inflazione è all’8,2%, in Spagna, addirittura al 10%, mentre in Francia resta più contenuto, al 6,5%, ma sempre ben lontano dall’obiettivo della Banca centrale europea di un tasso prossimo al 2%. 

«Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai beni energetici agli altri comparti merceologici», è il commento dell’Istat. Ecco quindi rincari del 39,9% per i beni energetici non regolamentati come i carburanti e del 64,3% per quelli regolamentati, ma anche aumenti dell’8,8% per i beni alimentari e ancora più alti per la frutta e la verdura fresche. I prezzi sono ben più cari anche per i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+5%) e per i servizi relativi ai trasporti (+7,2%). 

L’inflazione di fondo, al netto di beni energetici e alimentari freschi, segna un massimo a +3,8%: è il livello maggiore da agosto 1996. Mentre l’aumento dei prezzi acquisito che si avrebbe nel 2022 nel caso, tutto teorico, di variazioni dei prezzi nulle nel resto dell’anno è già del 6,5%. 

 

 

A maggio l'inflazione ha accelerato in tutte le zone del Paese, conferma al di sopra del dato nazionale nelle Isole (+8,1%) e nel Nord-Est (+7,3%). Tra i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e tra i comuni non capoluoghi di regione con più  di 150mila abitanti, in testa per l'inflazione più alta c'e' Bolzano (+9,1%), seguita da Trento (+9,0%) e subito dopo da Catania e Palermo (+8,8% per entrambi). 

 

 

Ma quanto durerà questa corsa dei prezzi che sta mettendo seriamente in difficoltà la popolazione? «Anche se il conflitto finisse domani la situazione è talmente deteriorata che rimettere in carreggiata i mercati dell’energia richiederà molto tempo. Questa è un’inflazione da offerta, insomma da maggiori costi dell’energia e delle materie prime, e come tale per definizione più dura da superare» è il pensiero dell'ex ministro del Tesoro, Carlo Padoan,  che in una intervista a Reopubblica parla dell'impennata dei prezzi. Bisogna «evitare che i costi dell’inflazione si scarichino tutti sui ceti più deboli – evidenzia – e d’altro canto che s'inneschi il circuito perverso prezzi-salari che complicherebbe ancora di più la situazione».

A parere dell’ex ministro «ora dobbiamo prepararci all’impatto dell’autunno – sottolinea -, quando ci sarà da fare i conti con le conseguenze di medio termine dell’inflazione sia sui bilanci familiari sia sull'apparato produttivo e c'è il rischio di dover operare in un ambiente di crescente disoccupazione. Sarà molto dura».

 

 

«Quella che stiamo attraversando è probabilmente la crisi economica, geopolitica e sociale più complessa e più grave cui mi sia capitato di assistere nel corso della mia vita» ha detto invece  in una intervista al "Corriere della Sera", l’economista Lucrezia Reichlin, parlando dell’inflazione record, ed è convinta che l’esplosione dei prezzi sia stata in parte improvvisa. «Forse inizialmente c'è stato un ritardo nella risposta, soprattutto da parte della Fed negli Stati Uniti sottolinea -. Ma dobbiamo ricordare che ancora a dicembre 2021 le aspettative di inflazione di medio-lungo periodo in Europa erano inferiori al 2%». E spiega: «Nel momento in cui l’economia globale stava uscendo dall’emergenza del Covid, la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina ha scatenato, accentuandole, le dinamiche di crescita dei prezzi delle materie prime e in particolare dell’energia che sono la causa principale dei rincari dei prezzi di tutti gli altri beni».

Secondo l’economista l’eventuale aumento dei tassi di interesse «è il conto, molto salato, che dobbiamo pagare alla lotta all’inflazione». E precisa: «Penso che grazie al rallentamento dell’economia, preferisco non parlare di recessione, nel 2023 avremo un tasso di aumento dei prezzi più basso rispetto a quello attuale – sottolinea -. Quindi al costo di una frenata dell’economia, questa fase di inflazione così elevata potrà concludersi o rallentare già dal secondo semestre del 2022 e dal 2023». 

Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: beni al consumo caro vita energia inflazione prezzi viaggi