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«Affidamento degli appalti così non va», ReteImprese chiama in causa la Regione

Ance Agrigento, Cna Costruzioni Sicilia, Anaepa Confartigianato, Creda, Casartigiani Sicilia, Claai Sicilia e dal Comitato di libere imprese hanno chiesto modifiche nelle procedure

Di Redazione |

«Chiediamo che la politica riveda profondamente le procedure di affidamento degli appalti, altrimenti il sistema non potrà cambiare».  È il grido dall’allarme lanciato da Rete Impresa, composta da Ance Agrigento, Cna Costruzioni Sicilia, Anaepa Confartigianato, Creda, Casartigiani Sicilia, Claai Sicilia e dal Comitato di libere imprese, che già nei mesi scorsi aveva richiamato l’attenzione del ministero dei Lavori pubblici e del Parlamento affinché rivedessero il Codice dei contratti pubblici aggiornato con le modifiche introdotto con il Decreto Semplificazioni.  «Come rappresentanti delle associazioni di categoria, e a nostra volta imprenditori operanti nell’ambito degli appalti pubblici, – scrivono gli imprenditori del settore delle costruzioni – abbiamo più volte rivendicato il diritto di continuare a fare impresa, senza dover sottostare a condizionamenti che precludono la libera concorrenza. Vogliamo continuare a operare in una condizione di libero mercato, nonostante questo sia oggi condizionato da regole che, pur inneggiando alla semplificazione dei procedimenti, alla finta qualità delle procedure con OEPV (offerta economicamente più vantaggiosa) e ai minori tempi di realizzazione delle gare, hanno portato risultati di tutt’altro tenore».

Rete Impresa chiede il ristabilimento dei principi di libera concorrenza e trasparenza nelle procedure pubbliche così come previste dalla Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014.  «Non è riducendo il numero di partecipanti a una gara d’appalto – proseguono – che si semplificano le procedure; questa metodologia serve solo al controllo degli affidamenti così come il giudizio soggettivo di una commissione di gara può condizionare il risultato di una procedura di gara OEPV.»

Oggi gli operatori economici, in particolare le piccole e medie imprese, sono stati privati dei loro diritti nell’ambito del libero mercato attraverso dei sistemi di preselezione a monte delle gare pubbliche (procedure ad inviti diretti) perdendo importanti opportunità commerciali. «Per questo – concludono – senza una revisione del sistema degli appalti, dovremo continuare ad attendere imprenditori coraggiosi che denunciano la corruzione perché si ristabilisca la legalità nel comparto delle costruzioni e degli appalti pubblici.  Tutto questo è intollerabile se è vero, come è vero, che è sfortunato quel paese che ha bisogno di eroi o, come in questo caso, ‘solo’ di persone oneste».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA