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Decreto antifrodi

Bonus casa, riaperto il canale Agenzia Entrate. Ecco cosa cambia

Stretta su cessione del credito  e sconto in fattura, i lavori si complicano

Di Redazione |

Torna la normalità per i bonus edilizi. Il canale dell’Agenzia delle Entrate per le comunicazioni relative allo sconto in fattura e alla cessione del credito delle agevolazioni sui lavori è stato riattivato. Il flusso era stato temporaneamente interrotto dopo le modifiche apportate dal decreto antifrodi varato dal governo giovedì scorso, ma con il lavoro congiunto di Sogei e Agenzia nel corso del fine settimana, la piattaforma online è stata aggiornata nel giro di pochi giorni. 

 Il problema è nato proprio con il rapido varo del decreto sui controlli preventivi e l’estensione del visto di conformità e delle asseverazioni della congruità dei prezzi a tutti i bonus edilizi. I documenti aggiuntivi vanno cioè d’ora in poi presentati non solo per il superbonus, come previsto finora, ma anche per gli altri sconti sulle ristrutturazioni, dal bonus facciate all’ecobonus. 

 La nuove norme sono state rese necessarie e urgenti, e per questo inserite in un decreto legge ad hoc piuttosto che nella manovra di bilancio che entrerà in vigore il prossimo primo gennaio, per l’esplosione delle frodi sui due meccanismi inseriti durante l’emergenza Covid per facilitare i lavori. Grazie allo 'sconto' diretto nella fattura emessa dalle imprese e alla cessione del credito, chi sceglie di intervenire per la riqualificazione del proprio immobile (unifamiliare o condominio che sia) può infatti evitare di pagare gli anticipi. Il credito con lo Stato viene interamente ceduto all’impresa edilizia che compie i lavori o a un intermediario finanziario e saranno loro a rivalersi poi con l’amministrazione. Un’enorme spinta ad usufruire degli incentivi che però si è rivelata in alcuni casi, non pochi, anche un’enorme spinta alle truffe. 

 A denunciare la situazione è stato proprio il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Il monte totale delle frodi sui bonus per la casa, compreso il Superbonus, ammonta secondo i dati aggiornati dell’Agenzia a 950 milioni, «quasi un miliardo e quasi tutti monetizzati», ha spiegato Ruffini. «Abbiamo ricevuto delle segnalazioni dei cittadini, abbiamo fatto una serie di controlli e verificato le cose più diverse: lavori fatturati ma rimasti solo sulla carta, fatture fatte da aziende non edilizie, addirittura macellai che emettevano fatture per lavori edilizi». Proprio per questo, ha sottolineato, «era urgente intervenire». 

 Il decreto ha però scatenato qualche mal di pancia tra i partiti, a partire dal Movimento 5 Stelle che teme un rallentamento dei lavori. I pentastellati, ma non solo loro, sono pronti a proporre correttivi durante l’iter parlamentare delle norme del dl ma anche di quelle della manovra. Uno dei punti più discussi in questo caso è il tetto Isee per chi avvia i lavori sulle cosiddette villette, ovvero sugli immobili unifamiliari. Una questione che non lascia indifferente nemmeno il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini. «Per la ricostruzione nei crateri post sisma è necessaria una proroga del Superbonus 110% di quattro anni, con o senza décalage, che riguardi anche le case unifamiliari. Nel cratere 2016, con più di 60mila edifici da ricostruire, – ha spiegato – le abitazioni sono per la maggior parte quelle unifamiliari e bifamiliari, sia che si tratti di prime che seconde case». L’attuale proroga, che differenzia in base all’Isee o alla data di presentazione della Cila, rischia invece di escludere diverse migliaia di cittadini «che si troveranno un accollo di costi aggiuntivi per ricostruire la casa, in media, del 20-30% del costo totale». 

 I primi a lanciare l’allarme sui bonus casa sono state le Confederazioni artigiane. L’intoppo è tutto burocratico perché il dl anti-frodi aggiunge due passaggi necessari per ottenere gli sconti in fattura oppure per cedere i crediti agli intermediari.

Il primo è l’obbligo del visto di conformità – rilasciato da commercialisti e Caf – per tutti i bonus edilizi, e non soltanto per il Superbonus al 110%, come è stato finora.

Il secondo è l’obbligo di «asseverazione della congruità delle spese» per tutti gli interventi senza nessun limite di costi. "Incomprensibile» secondo Confartigianato Imprese, CNA e Casartigiani, perché per sostituire una semplice caldaia o anche solo una finestra, il nuovo onere rischia di essere più costoso del beneficio fiscale. Peraltro non è ancora chiaro chi dovrà rilasciare l’asseverazione e quali contenuti dovrà avere. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA