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IL CASO

Caro bollette, rischia di chiudere anche il centro fondato da don Pino Puglisi

Il presidente: «Ci troveremo costretti a chiudere le sedi e a licenziare i tredici dipendenti: oggi assistiamo circa 600 famiglie»

Di Redazione |

Il Centro Padre Nostro fondato nel quartiere palermitano di Brancaccio da don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre del '93, rischia di chiudere perché non è in grado di sostenere l’esponenziale aumento delle bollette. 

«Se entro la fine di settembre il governo non troverà una soluzione al caro energia, anche per gli enti del Terzo settore – dice il presidente del Centro Maurizio Artale – ci troveremo costretti a chiudere le sedi e a licenziare i tredici dipendenti, con l’aggravante che il Centro non potrà più offrire i suoi servizi alle fasce sociali deboli. Il Centro d’accoglienza Padre Nostro assiste circa 600 famiglie per i loro bisogni primari oltre ad offrire tanti altri servizi. Le persone che a oggi trovano qualche forma di ristoro, seppur parziale, domani non saranno più assistite. D’altronde non è certo una novità che le grandi e piccole crisi economiche colpiscono sempre i più deboli e fragili». 

Gli importi delle bollette recapitate al Centro sono esorbitanti. «Anche noi, – aggiunge Artale – come hanno fatto alcuni imprenditori, vogliamo pubblicare le bollette che ci sono pervenute: per il solo mese di luglio, per i soli consumi elettrici, ammontano a 6.823,24, a fronte dei 3.640,86 del mese precedente. Nel luglio 2021 l’importo era di 1.706,41, c'è stato un rincaro del 400%. A queste vanno aggiunte le bollette del gas e dell’acqua delle varie sedi di servizio». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA