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Caro carburanti, autotrasporto minaccia il blocco; e c’è chi si ferma già il 14 marzo

Il governo cerca di mediare con 80 milioni di aiuti per la categoria

Di Redazione |

Si avvicina sempre più il rischio concreto di un blocco dell’autotrasporto, settore tra i più colpiti dall’aumento dei carburanti. Il governo cerca di mediare. Martedì è previsto un incontro con la viceministra Teresa Bellanova e sono già sul tavolo 80 milioni di aiuti. Ma le diverse organizzazioni di settore spingono: il problema è ora, la soluzione sul caro-carburanti non è più rinviabile. Così mentre Unatras ha già annunciato l’agitazione per il prossimo 19 marzo (anche Confartigianato Trasporto con le imprese pugliesi e Fai-Conftrasporto spiegano che i tir saranno fermi per quella data), oggi Trasportounito rompe gli indugi e si spinge più avanti: lunedì stop dei tir. «Si tratterà – spiega Maurizio Longo, segretario generale dell’organizzazione – di una sospensione dei servizi di autotrasporto merci finalizzata ad evitare un ulteriore indebitamento per le imprese». Non dovrebbero esserci blocchi ma, ad esempio in Sardegna, si annuncia un presidio. 

Una situazione che allarma non poco i consumatori che ricordano: in Italia l’85% dei beni viaggia su gomma. Uno stop vorrebbe dire meno rifornimenti di merce al commercio ed una inevitabile, ulteriore, impennata dei prezzi. Ma la Coop, più in generale spiega: attualmente, nonostante alcuni «accaparramenti a livello locale» la merce non manca. I sostegni al settore sono attualmente cifrati in 80 milioni, ma non riguardano il caro-carburante. Il decreto Energia (atteso il 28 marzo in aula alla Camera per passare poi alla seconda lettura in Senato) stanzia infatti, tra le altre cose, 20 milioni di euro per il 2022 per la riduzione dei pedaggi autostradali. Ma ora le richieste sono altre: rivedere la clausola del gasolio nei contratti di trasporto e intervenire a livello fiscale oppure con ulteriori agevolazioni. 

«Il Governo – spiegava Unatras – si era impegnato in tempi brevissimi a fornire le soluzioni più adeguate per consentire alle aziende di fronteggiare l’emergenza. Purtroppo, al di là dello stanziamento degli 80 milioni, che certamente non risolve i problemi della categoria, non ci sono stati apprezzabili passi in avanti». Rincara la dose oggi Trasportounito: «A partire da lunedì prossimo, 14 marzo, le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi 'per causa di forza maggiorè" e cioè appunto l’esplosione dei costi del carburante. E questo per evitare ulteriori danni alle imprese dell’autotrasporto. Allarmati i consumatori: «Il blocco dell’autotrasporto avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e portando ad una impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Una conseguenza inevitabile, considerato che l’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma, e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante». Tutti guardano alle mosse del Governo: "servono provvedimenti urgenti – dice Luigi Sbarra, segretario nazionale della Cisl – quanto fatto finora non basta». 

Le proteste nel comparto dei trasporti indette da alcune organizzazioni di categoria potrebbero portare nell’immediato ad una ulteriore grave impennata dei prezzi al dettaglio, denuncia il Codacons, commentando lo stop ai servizi di trasporto annunciato oggi da Trasportounito.  «Il blocco dell’autotrasporto avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e portando ad una impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una conseguenza inevitabile, considerato che l’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma, e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante». «In tale situazione, dal Governo arriva un immobilismo vergognoso, e non si capisce cosa attenda l’esecutivo per azzerare immediatamente l’Iva su benzina e gasolio e ridurre le accise, anche in considerazione degli enormi guadagni incamerati dalle casse statali da novembre ad oggi grazie alla tassazione sui carburanti e alla crescita dei listini alla pompa» conclude Rienzi. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA