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Confcommercio, in 9 anni scomparse circa 100mila attività

Riduzione è dovuta sopratutto alla stagnazione dei consumi

Di Redazione |

ROMA, 01 MAR – In 9 anni “sono scomparsi quasi 85 mila negozi fisici, di cui quasi 4.500 durante la pandemia” e, “se aggiungiamo i circa 10mila persi nel commercio ambulante, si arriva a circa 100mila attività scomparse”. Lo rende noto Mariano Bella, Direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, illustrando un’analisi dell’Ufficio Studi che riguarda 120 comuni medio grandi, escludendo Milano, Napoli e Roma perché multicentriche, dove è stato analizzato dal 2008 a giugno 2021 l’andamento dello stock delle imprese del commercio al dettaglio, inclusi gli ambulanti, ripartito in 11 categorie merceologiche, e dei settori degli alberghi e delle attività di ristorazione. Una grossa parte della riduzione è dovuta “alla stagnazione dei consumi di tipo strutturale che affligge l’Italia da tanto tempo. Oggi i consumi in termini reali sono sotto i livelli del 1999 e lo stesso parametro in termini pro capite si colloca sotto i valori del 1998, cioè 17.297 euro del 2021 contro i 17.708 euro di 25 anni fa”. Tra il 2012 e il 2021 le imprese nel complesso di tutti i settori economici sono stabili in numero, effetto di un calo di circa 190mila unità delle italiane e di un analogo incremento delle straniere (la cui quota passa dal 7,8% del totale al 10,6%). Nel commercio spariscono 200mila imprese italiane e ne emergono quasi 120 mila straniere; la quota delle straniere quasi raddoppia in nove anni: dal 10,7% al 19,1%. Stesse dinamiche per l’occupazione: considerando il commercio, gli alberghi e i pubblici esercizi, a fronte di 150mila italiani in meno ci sono 70mila stranieri in più.

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