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Confindustria taglia Pil a +1,9%, inizio anno in recessione

Il ritorno ai livelli pre-Covid slitta al 2023

Di Redazione |

ROMA, 02 APR – In uno scenario in cui “la durata della guerra è una variabile cruciale”, ed ipotizzando che da luglio finisca o si riducano incertezza e tensioni, il Centro studi di Confindustria stima una crescita del Pil 2022 tagliata a +1,9% “con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)” rispetto alle stime dello scorso ottobre “quando tutti i previsori erano concordi su un +4%”. Considerando il +2,3% di crescita acquisita per “l’ottimo rimbalzo dell’anno scorso” l’Italia “entrerebbe così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate”, con un calo del Pil dello 0,2% nel primo trimestre e dello 0,5% nel secondo. Il ritorno a livelli pre-Covid “slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo”. Il CsC ribadisce quindi l’allarme per il caro-energia, calcolando un maggior onere sulla bolletta energetica di 5,7 miliardi su base mensile e di 68 miliardi di euro su base annua.

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