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Dall’Ecofin via libera al Pnrr italiano da 191 miliardi: arrivano subito i primi 25

Di Chiara De Felice |

Dopo la vittoria calcistica l'Italia festeggia un altro successo, sebbene annunciato ormai da tempo. Il piano di rilancio e resilienza del governo Draghi ha avuto anche l’ultimo via libera dall’Ecofin e il Paese si prepara ad accogliere la pioggia di fondi senza precedenti del Recovery fund. Sono 191,5 i miliardi di euro che arriveranno nei prossimi cinque anni, e subito, cioè tra due-tre settimane, nella casse del Tesoro planeranno i primi 25 miliardi in un unico versamento. Se il via libera dei ministri dell’economia europei era scontato, non lo era l’assenza di discussioni nel merito dei piani, tutti approvati senza nessun commento da parte dei presenti. 

 «E' stata un’approvazione non problematica, non si è parlato di nessun Paese ma c'è stata molta enfasi sul successo dell’Ue e sulla cooperazione», ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco, soddisfatto del risultato portato a casa, cioè aver ottenuto la prima parte di finanziamento. «Ci aspettiamo 25 miliardi tra qualche settimana», una cifra che «grosso modo finanzia tutto quello che riusciremo a spendere quest’anno. A noi oggi premeva portare a casa questo risultato e l’abbiamo ottenuto», ha detto, spiegando che i fondi non verranno assegnati a progetti specifici, ma finiranno nelle casse del Tesoro che sta già finanziando interventi previsti dal Pnrr. 

E’ ancora presto quindi per dire se a settembre l’Italia chiederà la seconda tranche di fondi, come previsto dalle regole che consentono due richieste all’anno. Per ora, i 25 miliardi faranno partire riforme e investimenti che la Commissione valuterà passo dopo passo, per sbloccare via via gli altri fondi. Per il commissario Paolo Gentiloni, con quasi 200 miliardi da spendere, l’Italia ora deve dimostrare «un pò di quello spirito di coesione che in questi giorni abbiamo tutti celebrato per la magnifica vittoria della nazionale a Wembley». Perché c'è la possibilità di «cambiare il futuro della nostra economia e dobbiamo farlo con ritmi e impegni davvero straordinari». 

Anche per il ministro Franco, applaudito dai colleghi per la vittoria della nazionale, vede dal calcio una ricaduta per l'economia. «Sono segni di dinamismo e creatività del Paese che dovrebbero estendersi alla sfera economica», perché «per un Paese come il nostro che ha avuto per anni un problema di dinamismo e difficoltà di innovazione, creatività, e carenza di fiducia, queste notizie che non hanno a che fare strettamente con l’economia possono dare fiducia nel Paese e del Paese», ha spiegato. Grazie al Recovery e alle buone notizie, insomma, l'Italia può riprendersi più in fretta del previsto. Già lo dicono le ultime stime della Commissione, che «ci hanno smentito in meglio», sottolinea Franco, perché hanno rivisto la crescita al 5% per quest’anno. Comunque si tratta «di un rimbalzo rispetto ai 9 punti persi l’anno scorso, quindi dobbiamo tenerne conto, ce ne restano altri 4 da recuperare», ricorda il ministro, che prevede il ritorno al Pil pre-crisi nel terzo trimestre dell’anno prossimo. 

 Un motivo in più per avviare in fretta la revisione delle regole del Patto di Stabilità, in modo da cambiarle prima che rientrino in vigore nel 2023. «Noi pensiamo che le regole vadano semplificate e vadano evitate regole che portino a politiche pro-cicliche, fermo restando questi due criteri generali entriamo nel dibattito open-minded», ha sottolineato Franco. 

Oltre al Pnrr italiano, l’Ecofin ha approvato quelli di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna. Quello ungherese, invece, è in stallo: la Commissione doveva dare il suo ok entro oggi, ma ha bisogno di altro tempo per esaminare le risposte delle autorità di Budapest ai suoi rilievi, e quindi proporrà al governo un’estensione di due mesi.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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