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Finanza derivata, la Regione trova l’accordo con cinque banche e chiude i contratti

L’Assessorato all’economia ha comunicato di avere sottoscritto un accordo con Nomura International plc, Bank of America Europe Dac, Banca nazionale del lavoro Spa, Deutsche bank Ag London e Unicredit Spa per risolvere le controversie relative al 2005 e 2006

Di Redazione |

Si chiude l’era della finanza derivata alla Regione siciliana. Con una stringata nota l’Assessorato regionale all’economia ha comunicato di avere sottoscritto un accordo con Nomura International plc, Bank of America Europe Dac, Banca nazionale del lavoro Spa, Deutsche bank Ag London e Unicredit Spa per "risolvere, nel reciproco interesse, le controversie relative ai contratti derivati stipulati nel 2005 e nel 2006 a copertura di tre titoli di debito a lungo termine della Regione". Una stagione aperta alla metà degli anni Duemila quando questi strumenti sembravano la panacea di tante crisi di liquidità degli enti locali. Si sottoscriveva un derivato che si rimborsava negli anni. Ma la quota sottostante al prestito era legata (derivata, appunto) ad alcune variabili che avrebbero fatto oscillare la quota da ricompensare. La crisi finanziaria del 2008 aveva fatto schizzare verso l’alto i contratti e i loro rimborsi e molti enti locali si sono trovati con le finanze prosciugate.

Nel frattempo anche alcune procure avevano iniziato ad indagare sui contratti sottoscritti dagli amministratori, alcuni dei quali così complicati da mettere in difficoltà gli stessi analisti finanziari chiamati a verificare la correttezza di quanto sottoscritto. I contratti sottoscritti sarebbero dovuti scadere tra il 2021 e il 2023 e più volte la Corte dei Conti nelle sue relazioni annuali aveva sottolineato la pericolosità per le casse pubbliche dei contratti. Secondo alcuni analisti la chiusura anticipata degli swap avrebbe comportato un costo di circa 500 milioni di euro oltre ad altri costi occulti di circa 30 milioni di euro. Secondo i dati forniti dall’assessorato negli anni passati il costo annuo dei derivati sul bilancio regionale è di circa 40 milioni di euro. 

Si chiude così la stagione della finanza derivata e dell’operazioni sottoscritte a metà degli anni duemila che sono costate svariati milioni in termini di pagamento di interessi e costi occulti (circa 500 milioni secondo alcuni analisti) da parte della Regione e che più volte sono stati segnalati nelle relazioni della Corte dei Conti. "Senza alcuna ammissione di responsabilità, le Parti hanno raggiunto un accordo per risolvere consensualmente e anticipatamente le residue operazioni di swap", continua la nota, "la Regione Siciliana-Assessorato all’Economia e le banche sono liete di aver raggiunto un accordo che è nell’interesse delle parti ed eviterà lunghi e costosi contenziosi". COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA