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Gas: rigassificatore Ravenna in funzione da estate 2024

Parte l'iter, la nave sarà ormeggiata a 8,5 km dalla costa

Di Redazione |

BOLOGNA, 15 LUG – Dovrebbero cominciare a inizio 2023 i lavori per il rigassficatore galleggiante di Snam al largo delle coste di Ravenna, collegato alla rete distributiva, che si prevede possa entrare in funzione nell’estate del 2024. E’ quello che emerge dalla presentazione del progetto al tavolo per il lavoro e per il clima dell’Emilia-Romagna (del quale fanno parte le forze economiche e sociali) e alle commissioni del consiglio regionale. L’istanza di realizzazione del progetto è stata trasmessa la settimana scorsa al Commissario (il presidente della Regione Stefano Bonaccini) e da lui ai ministeri competenti. Il progetto prevede, a circa otto km e mezzo dalle coste di Ravenna, l’ormeggio di una nave di stoccaggio e rigassificazione: la ‘BW Singapore’, acquistata da Snam all’inizio di luglio. Ha una capacità di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi equivalente a circa un sesto della quantità di gas naturale oggi importata dalla Russia, e uno stoccaggio di 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl). Sarà rifornita ad intervalli regolari, al massimo una volta alla settimana, da navi metaniere. Inoltre, verranno realizzate alcune infrastrutture per allacciare la nave alla rete di trasporto gas esistente. Il collegamento sarà composto da un tratto di metanodotto a mare (sealine) di circa 8,5 km e uno onshore, completamente interrato, di circa 34 km. Snam si è poi impegnata a contenere entro limiti significativamente inferiori a quelli previsti dalla legge gli impatti ambientali. L’obiettivo, ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che è anche commissario del progetto, “è arrivare in tempi ridotti, e con procedure inedite, a un impianto imprescindibile per il fabbisogno energetico dell’Italia: la precondizione, naturalmente, è che l’opera sia sicura e sostenibile, che rispetti tutti gli standard di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio biologico dell’area”.

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