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IL CASO

Il rischio di chiusura della raffineria Isab-Lukoil per le sanzioni alla Russia, Musumeci alza la voce

Il governatore: «Draghi ci dica chiaramente cosa intende fare del più importante polo energetico dell’Isola»

Di Redazione |

«Sulla Raffineria Isab di Siracusa serve chiarezza. Il governo Draghi ci dica finalmente cosa intende fare del più importante polo energetico dell’Isola». Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci rivolto al premier e al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, a seguito del paventato rischio di chiusura della Raffineria di Priolo, in applicazione delle sanzioni alla Russia. «Ogni scelta che il governo nazionale vorrà adottare – aggiunge il governatore siciliano – non può prescindere da una serena e attenta valutazione degli effetti che ne deriverebbero, in termini economici e sociali».

«Parliamo – sottolinea ancora Musumeci – di centinaia di imprese e di migliaia e migliaia di lavoratori, tra diretto e indotto. Chiedo quindi al ministro Giorgetti, del quale conosco sensibilità ed equilibrio, di coinvolgere presto la Regione e le rappresentanze datoriali e sociali per un confronto che non porti ancora una volta la mia Isola a pagare un costo non più sostenibile». 

«Se domani dovesse scattare un inasprimento delle sanzioni, l’autonomia della Lukoil è di poche settimane» secondo il segretario generale della Cgil Siracusa, Roberto Alosi, che ha spiegato cosa sta accadendo nella raffineria Isab-Lukoil del polo petrolchimico siracusano. 

 «Da alcune settimane la Isab-Lukoil sta raffinando esclusivamente petrolio russo perché il sistema creditizio ha chiuso i cordoni delle anticipazioni delle fatture costringendo Lukoil a rivolgersi all’unico soggetto che gli fa credito. Fino a qualche settimana fa Lukoil raffinava greggio proveniente anche da altri paesi, cercando le forniture di petrolio che costavano meno. Adesso è passata dal 40 per cento di petrolio russo al 100 per cento». 

«Forse il governo nazionale dimentica che stiamo parlando del 22 per cento del fabbisogno energetico nazionale. Se la Lukoil dovesse chiudere penso che la questione dovrebbe interessare finalmente il Governo», osserva. 

Il sesto pacchetto di sanzioni europee potrebbe prevedere il divieto di approdo in Italia di qualunque nave battente bandiera russa o che trasporti prodotti russi in italia: «Mi sembra chiaro quale sarebbe il risultato per Isab e per i mille dipendenti diretti e i 2 mila dell’indotto. Ma quello che non può accadere è il silenzio del governo nazionale che ha cancellato Siracusa dalla sua agenda politica».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA