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La riforma del Fisco prende corpo: ecco le novità

Gli scaglioni Irpef, passano da cinque a quattro con la rimodulazione delle aliquote

Di Chiara De Felice |

Riduzione degli scaglioni Irpef, che scenderebbero da cinque a quattro, rimodulazione conseguente e contemporanea delle aliquote, innalzamento della no tax area e revisione delle detrazioni per inglobare il bonus da 100 euro. La riforma del fisco comincia a prendere forma anche se il tavolo di maggioranza, convocato dal ministro dell’Economia Daniele Franco, dovrà lavorarci ancora giovedì mattina. L'intenzione resta quella di trovare un accordo entro la settimana, senza passare la palla ai leader dei partiti. Del resto un percorso comune già c'è, e punta quasi tutto (cioè sei degli otto miliardi disponibili) sulla revisione delle aliquote Irpef. 

Non del tutto allineata la posizione espressa da Bankitalia che teme si favorirebbero eccessivamente i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente. «Poiché i redditi da lavoro dipendente rappresentano poco più della metà del reddito complessivo dichiarato, l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale che grava su di essi sarebbe più efficacemente raggiungibile con la revisione di detrazioni e trattamento integrativo», cioè l’ex bonus Irpef, «piuttosto che con la sola riduzione delle aliquote che favorirebbe anche i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente», ha detto il capo del Servizio Struttura economica di Bankitalia, Fabrizio Balassone. Dubbi anche sul taglio dell’Irap, dato che la tassa finanzia il SSN, e quindi andranno trovate «soluzioni alternative». Alle indicazioni di Palazzo Koch si aggiungono quelle dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che sul fisco vede solo «principi» generici, e sulla manovra molte «scelte rinviate», nonché quelle della Corte dei Conti: secondo i magistrati contabili sulla previdenza non si è fatto abbastanza per rimuovere «la forte incertezza» che si è creata con Quota 100. 

 Sul fisco il lavoro del governo ha comunque fatto passi avanti. «Aspettiamo altre simulazioni, abbiamo discusso ancora su Irpef e Irap, tendenzialmente la scelta è quella di andare sulle aliquote», ha detto il viceministro del Mise Gilberto Pichetto, presente al tavolo sulle tasse per il suo partito, Forza Italia. E Luigi Marattin, presente invece per Italia Viva, conferma che lo sforzo è usare le risorse disponibili «per una riforma e non per interventi spot». Da qui la convergenza su una soluzione che riduca da cinque a quattro gli scaglioni dell’imposta sui redditi, ritoccando almeno le aliquote centrali, e innalzando la soglia sotto cui c'è l’esenzione completa. Inoltre, si studia una revisione delle detrazioni con cui si riassorbirebbe anche il bonus Irpef da 100 euro, introdotto da Renzi e poi ampliato. 

 Sull'Irap il tavolo al Mef si è aggiornato a giovedì, quando ci saranno nuove simulazioni dei tecnici. Al momento sono aperte tutte le opzioni, e restano privilegiate quelle che aboliscono la tassa per le Pmi. Nella nuova riunione bisognerà tenere conto anche delle richieste che i partiti ancora non abbandonano: la Lega di Matteo Salvini chiede l’azzeramento dell’Irap per partite Iva e lavoratori autonomi, mentre il Movimento 5 Stelle insiste su un regime agevolato di uscita dalla flat tax per chi supera le attuali soglie di fatturato (easy tax) e l’accredito diretto su conto corrente della parte detraibile di alcune spese sostenute con meccanismi digitali (cashback fiscale). 

 Sul fronte manovra, mentre la Ue promette una promozione piena nelle valutazioni sui Dpb in arrivo, resta aperto poi il problema dei relatori al Senato: i 5 Stelle insistono per avere voce in capitolo, e non essendoci ancora un accordo, sarà il presidente pentastellato Daniele Pesco a decidere. Altro punto su cui non intendono cedere è la battaglia per togliere il tetto ISEE per il Superbonus, che considerano «una priorità assoluta per il Paese».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA