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Orlando,”affrontare subito tema salari, serve salto qualità”

"Sto ponendo problema, prendendomi strali vertici Confindustria"

Di Redazione |

FABRIANO, 08 GIU – “Sono preoccupato ma non pessimista. Si apre una fase difficile nella quale ci saranno molte cose destinate a cambiare, ma che dà anche a un territorio come questo nuove opportunità”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando (Pd), presenta Fabriano (Ancona) per un appuntamento elettorale a sostegno della candidata a sindaca Daniela Ghergo. “Negli ultimi 5 anni, calo demografico molto forte in Italia e un milione di giovani che hanno lasciato il proprio paese per andare a lavorare in altri Paesi dell’Ue. – ha ricordato – E questo perché negli ultimi 30 anni i salari invece che salire, sono calati, unico Paese europeo. Occorre invertire questo trend”. Secondo il ministro Orlando servono gli strumenti per affrontare il futuro. “Abbiamo fatto una riforma degli ammortizzatori sociali e una legge sulle delocalizzazioni, varata con molta fatica, costruendo un percorso nel quale nessuno può essere licenziato con un messaggio e con sanzioni che non rispettano le procedure”. “Ora serve un ulteriore salto di qualità. Il tema dei salari va affrontato subito – ha concluso – perché se cresce inflazione e costi e i salari sono fermi, calano i consumi interni. Sto ponendo il problema, prendendomi gli strali dai vertici di Confindustria, per inserire pratiche che evitino il lavoro povero: si lavora, ma non si è in grado di far fronte ai bisogni delle proprie famiglie”. “Io non ho mai fatto una chiusura sul cuneo fiscale, – ha detto Orlando nella successiva iniziativa a Jesi a sostegno di Lorenzo Fiordelmondo – dico che ridurre il cuneo fiscale non basta. In 30 anni il cuneo fiscale, seppure di poco, è diminuito ma i salari se non sono cresciuti. Quindi sono cose che vanno fatte contemporaneamente: – ha spiegato – rivedere le modalità della contrattazione, stabilire degli strumenti contro il lavoro povero e ridurre il cuneo fiscale sono cose che devono procedere insieme. Se si continua a dire prima questo e poi quell’altro, questo sì quell’altro no, – ha concluso – vuol dire che non si vuole fare niente”.

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