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I DATI ISTAT

Prezzi: Catania la città più cara d’Italia con un tasso d’inflazione dell’8,1%

I dati di marzo sui capoluoghi di regione e province autonome e i centri di oltre 150 mila abitanti

Di Redazione |

 La prima città italiana per tasso di inflazione a marzo Catania con un tasso dell’8,1%, secondo i dati Istat sui capoluoghi di regione e province autonome e i centri di oltre 150 mila abitanti. Seguono Bolzano (7,8%) e Messina (7,7%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Torino (5,6%) e Reggio Emilia (5,3%). 

 In generale la crescita dei prezzi accelera in tutte le ripartizioni geografiche ed è al di sopra del dato nazionale nelle Isole (da +6,8% di febbraio a +7,5%), nel Sud (da +6,0% a +6,7%) e nel Nord-Est (da +5,9% a +6,7%). Sono al di sotto della media nel Centro (da +5,6% a +6,1%) e nel Nord-Ovest (da +5,3% a +6,0%). 

L’Istat ha comunque rivisto al ribasso le stime sull'inflazione. A marzo 2022, l’istituto stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,0% su base mensile e del 6,5% su base annua (da +5,7% del mese precedente). La stima preliminare era +6,7%.

Secondo i risultati di un sondaggio sul sito www.coldiretti.it diffuso in occasione dei dati Istat sull'inflazione a marzo 2022 , quasi un italiano su due (49%) taglia la spesa nel carrello a causa dell’aumento record dei prezzi trascinato dai rincari energetici e dagli effetti della guerra in Ucraina che riduce il potere d’acquisto dei cittadini.

Dai dati Istat sull'inflazione a marzo 2022 si evidenzia un aumento medio del 5,8% per i generi alimentari. A causa delle fiammate inflazionistiche un altro 13% di italiani dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 38% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. 

A crescere sono anche i costi per il menu tradizionale di Pasqua con rincari che vanno – sottolinea la Coldiretti – dal +4,5% per le uova al +4,9% per la carne di agnello mentre al ristorante i conti sono in aumento del 3,6% ed i servizi di alloggio in alberghi e pensioni del +9,3%, per chi coglierà l’occasione per qualche giorno di vacanza.  In vetta alla classifica degli aumenti con un +23,3% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole – evidenzia Coldiretti – che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori e ha dovuto interrompere le spedizioni causa della guerra, mentre al secondo posto c'è la verdura fresca, con i prezzi in salita del 17,8%, di poco davanti al burro (+17,4%).

Rincari a doppia cifra – continua Coldiretti – anche per la pasta (+13%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte, così come per frutti di mare (+10,8%) e farina (+10%). A seguire nella graduatoria degli aumenti, carne di pollo (+8,4%), frutta fresca (+8,2%), pesce fresco (+7,6%), con i gelati (+6,2%) a chiudere la top ten, dalla quale esce invece il pane, pur se in aumento del 5,8%. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA