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Prosegue la protesta dei Tir al casello di San Gregorio, lunghe code

Il presidio dei camionisti dell'Aias contro il caro carburanti. Il Consorzio di produttori agricoli: "Il blocco danneggia le imprese, rischio collasso"

Di Redazione |

 Prosegue al casello di San Gregorio di Catania dell’autostrada Catania-Messina, l’entrata della A18 dal capoluogo etneo, la protesta degli autotrasportatori promossa dall’Aias contro l'aumento del costo del carburante che ha provocati lunghe code ai caselli.

Tra ieri sera e la notte scorsa ignoti hanno bloccato tre camion, due lungo la A19 Palermo-Catania e uno alla Zona Industriale di Catania, hanno costretto gli autisti a fermarsi e hanno tagliato i pneumatici dei loro mezzi. Su questi episodi, che non è certo siano collegati alla protesta, indaga la Polizia di Stato. 

La protesta è promossa dall’Aias, ma, al momento, non è riconosciuta dalle sigle nazionali e regionali dei rappresentanti di categoria. Sul posto sono presenti le forze dell’ordine. La Cna Fita Sicilia ha affermato di «condivide le ragioni della protesta, ma non il metodo», ritenendo che l’iniziativa «di alcune sigle» sia «la solita e piccola fuga in avanti». «Non è spegnendo i motori dei camion e bloccando l’economia siciliana – ha ribadito la Cna Fita Sicilia – che si contrasta la crisi che sta travolgendo il comparto dell’autotrasporto. Non è qui, nella nostra isola, che si decidono i sostegni e gli aiuti per fronteggiare l’aumento esponenziale del carburante e dei costi di gestione delle attività (italiane e europee) del settore. Il blocco fatto in questo modo serve solo a soddisfare il protagonismo fine a se stesso dei soliti».

I manifestanti che aderiscono alla protesta dell’Aias contestano "l'aumento del gasolio e dell’Ad-blu, del costo dei pneumatici e dell’energia» e protestano contro «le strade impraticabili, la patente a punti presente soltanto in Italia, il prezzo dei pedaggi autostradali e la carenza degli autisti». Problemi che, se non affrontati e risolti, secondo i promotori del presidio, che si dicono «stanchi», li porterà a «rischiare il fallimento». 

 «Con il perdurare del blocco degli autotrasporti l’economia agricola di un vastissimo comprensorio rischia il collasso. Pur condividendo le preoccupazioni e le ragioni degli autotrasportatori, strozzati come noi dal caro energia, dobbiamo evitare che al danno dell’aumento spropositato delle tariffe energetiche si aggiunga la beffa della perdita di ingenti quantitativi di frutta e verdura già pronta per essere immessa sui mercati italiani ed esteri». Lo scrivono in una lettera spedita stamani al prefetto di Catania i rappresentanti provinciali delle organizzazioni di categoria (Cia, Confagricoltura, Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP, Fruitimprese), che chiedono «agli autotrasportatori un gesto di buonsenso e una mediazione che porti allo sblocco della situazione in tempi brevi». "Riteniamo che la risposta all’aumento dei costi per il trasporto e per la produzione non è il blocco totale dell’economia, che rischia di affossare l’intero comparto agricolo siciliano a tutto vantaggio dei nostri competitor italiani ed europei. Non possiamo permetterci di far marcire tonnellate di merce coltivata a costo di grandi sacrifici e non possiamo sostenere altri costi che darebbero un colpo mortale alle aziende agricole siciliane».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA