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Sicilia, primo flop sul Pnrr, nemmeno un euro per i 59 progetti sull’acqua in agricoltura: ecco quali erano

M5S e Pd: «Regione incapace». Scilla: «Ostilità recidiva di Roma». Ma nessuno sa spiegare perché le opere cantierabili siano state bocciate  

Di Mario Barresi |

In una delle prime ricche lotterie della cuccagna-Pnrr la Sicilia resta all’asciutto. Nel vero senso della parola, visto che si tratta della graduatoria dei progetti stilata dal ministero delle Politiche agricole sugli “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”. Nessuno dei progetti presentati dalla Regione risulta infatti fra quelli «esecutivi ammissibili al finanziamento» (in tutto 149, per un importo totale di un miliardo e 620 milioni), né fra quelli «definitivi ammissibili», riconsiderati «solo se, al termine della verifica dei progetti esecutivi ammissibili, risultino risorse disponibili» (in questa categoria ne rientrano 10, per un valore di 88,8 milioni).

Le opere irrigue siciliane – tutte con i Consorzi di bonifica come soggetti attuatori – non avranno un centesimo. E non sono 31 (come sostiene il Pd) né 32 (come afferma il M5S), né 63 (come replica l’assessore Scilla), ma esattamente 59, di cui 50 presentate come “cantieriabili”, cioè con progetto esecutivo o definitivo. Questo è il numero effettivo che appare nella dashboard della piattaforma “Dania” (Database nazionale degli investimenti per l'irrigazione e l'ambiente), da cui La Sicilia ha avuto modo di consultare il dettaglio regionale. Il danno, inteso come mancate risorse assegnate, dunque, ammonta a 756.768.805,39 euro. Ed è molto più ingente di quanto appare nell’allegato 3 del decreto del Mipaaf, nel quale vengono contemplati 31 progetti nell’elenco dei «non ammissibili a finanziamento», per un valore di 422.752.170,66 euro.

Fra le opere più importanti: 63,5 milioni del Consorzio di Bonifica di Catania per sostituire le condotte in amianto del Dittaino; 39,1 milioni ad Arigento per utilizzare le acque delle dighe Prizzi e Gammauta con l’alimentazione a cascata della vasca Alta Martusa di Cartabellotta; 37,4 milioni per il comprensorio irriguo Siritino Fasinella a Naro (Consorzio di Agrigento); 31 milioni per la rete irrigua dell’invaso Gibbesi (Gela).  Al di là del numero e del contenuto dei progetti, la sostanza cambia poco. E le opposizioni sono sprezzanti nei confronti del governo regionale. «Un altro grande traguardo da ascrivere all’inadeguatezza del governo Musumeci», sentenzia il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, che parla di bocciatura «frutto della superficialità con cui la giunta asi è approcciata al Pnrr, costringendo la Sicilia a restare indietro mentre le altre Regioni corrono». E il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro: «Il governo regionale del nulla colpisce ancora. Musumeci abbia un sussulto di dignità e si dimetta. Senza di lui la Sicilia può ancora salvarsi».

Ma perché i progetti sono stati bocciati? Per Cleo Li Calzi, responsabile del dipartimento Pnrr del Pd Sicilia, l’esito «è evidentemente ascrivibile alla inadeguatezza degli apparati regionali e al mancato coordinamento da parte del governo». Luigi Sunseri, deputato regionale del M5S, parla di «una vergogna a cui siamo, ormai, tristemente abituati a causa di una amministrazione regionale incapace di realizzare progetti meritevoli di finanziamento». E annuncia: «Predisporrò un atto parlamentare ispettivo per comprendere le ragioni che hanno determinato la bocciatura da parte del ministero e per individuare le responsabilità di questo ulteriore fallimento».

L’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, di difende dal flop attaccando. Parla di «recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana». E affonda: «Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa». Scilla ricorda «il tentativo di scippare fondi del Psr». come «uno dei tanti esempi di «un atteggiamento ostile, che registriamo per l’ennesima volta, e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni». E dunque ributta la palla sul terreno del M5S: «Quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene, da compagni di partito dello stesso ministro, a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni».

Fin qui le polemiche. Ma proviamo a entrare nel dettaglio. Dei 59 progetti effettivamente presentati, la stragrande maggioranza sono esecutivi (ben 45) e 5 definitivi, 7 gli studi di fattibilità e 2 senza indicazione. Confrontando i due elenchi – l’allegato della graduatoria e del ministero e l’elenco dei progetti caricati su “Dania” – c’è qualche incongruenza. Ad esempio: quello sull’“alimentazione a gravità dei comprensori irrigui a monte della Diga Castello con utilizzazione delle acque del bacino Sosio-Verdura”, risulta caricato dal Consorzio di Bonifica di Agrigento per tre volte, con codici diversi ma lo stesso importo: 28.075.00 euro. Non si spiega comunque perché da 59 (o 57, se quello agrigentino è ripetuto tre volte) si arrivi a 31 progetti inseriti nella lista nera del ministero. Ma, soprattutto, non si capisce perché se la Regione ha presentato almeno 50 opere “cantierabili” (cioè con progetto esecutivo o definitivo) nessuna di queste è stata ritenuta meritevole di finanziamento. Anche perché, contrariamente ad altre graduatorie analoghe, nell’elenco dei progetti «non ammissibili» non viene indicato il motivo della bocciatura. «Questi progetti – ci assicura Dario Cartabellotta, dirigente del dipartimento regionale Agricoltura – io li conosco tutti e rispettavano nella quasi totalità dei casi i criteri del bando e i requisiti della cosiddetta cantierabilità previsti dalPnrr. E anzi aggiungo di più: presentavano, sempre per le stesse regole del gioco, criteri di premialità, in quanto destinati a zone interne con caratteristiche di siccità e rischio desertificazione. Ci dovranno spiegare, visto che non l’hanno fatto, perché dove piove di più e c'è meno bisogno di irrigazione arrivano i soldi del Pnrr». In effetti su 149 progetti ammessi, appena 35 sono di Regioni del Sud: 20 della Calabria, 11 della Campania, 3 della Basilicata e uno della Puglia. In tutto 471 milioni su 1.620.138.829, 24 euro distribuiti al Mezzogiorno.

La polemica politica continuerà. In attesa di scoprire la verità. Che si potrà scoprire soltanto consultando le carte dell’istruttoria ministeriale. Rispondendo a una sola semplice domanda: la colpa di questo clamoroso pasticcio è davvero della Regione Siciliana che presenta progetti farlocchi spacciandoli per cantierabili? Se fosse così, bisognerebbe che chi ha sbagliato (a Palermo e nei singoli Consorzi) paghi. almeno con la rimozione dal posto che occupa. Se si scoprisse dell’altro, invece, il “governo dei migliori” dovrebbe spiegare ai siciliani molte cose. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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