Noberasco resiste e guarda all’estero, cresceremo in Europa

Di Redazione / 25 Marzo 2022

TORINO, 25 MAR – Noberasco, l’azienda ligure che
opera nel settore della frutta secca e disidratata, rallenta a
causa della crisi globale, ma resiste e guarda avanti con
l’obiettivo di crescere in Europa. Le stime per il 2022 sono
state riviste al ribasso, anche se i ricavi dovrebbero
leggermente crescere rispetto ai 115 milioni dell’esercizio
chiuso a giugno 2021: “prevedevamo di arrivare a 120 milioni, ci
fermeremo a 116-117 milioni. Dipenderà dalle vendite a Pasqua”,
spiega l’amministratore delegato Mattia Noberasco, classe 1977,
quarta generazione della famiglia che nel 1908 ha creato
l’azienda. Frenata anche per gli investimenti che dovrebbero
ammontare a poco più di un milione a fronte dei 2,5-3 milioni
previsti. “Ci limiteremo agli interventi indispensabili”, dice
Noberasco che considera innovazione e green due carte vincenti.
“Il Covid ha cambiato alcune regole del gioco: negli ultimi
anni avevamo investito sul consumo di frutta fresca fuori casa e
la pandemia ci ha fortemente penalizzato. Siamo riusciti a
mantenere il fatturato invariato grazie alla grande
distribuzione, anche se abbiamo sofferto sui margini. Ora le
cose stavano andando meglio, ma è arrivato come un fulmine al
ciel sereno il forte aumento del costo delle materie prime,
dell’energia e del gasolio”, racconta il manager. La guerra in
Ucraina sfiora soltanto la Noberasco: “La Russia non è mai stato
un mercato di sbocco, l’Ucraina era importante per
l’approvvigionamento di materie prime come i semi di girasole e
i semi di zucca. Stiamo anche valutando se confermare
l’importazione di pinoli dalla Siberia. La situazione è
confusa”.
La Noberasco, che ha 150 dipendenti e in questi anni ha
scommesso sullo sviluppo di filiere 100% Made in Italy –
mandorle siciliane, fichi di Calabria, mele e nocciole del
Piemonte – continua a puntare sullo sviluppo internazionale. “Il
Covid ci ha obbligato a concentrarci sull’Europa, dove guardiamo
in particolare a Francia, Spagna e Germania, ma negli ultimi
anni siamo cresciuti anche in Medio Oriente e nel Far East”,
sottolinea Noberasco. E assicura: “non ci fermiamo”.

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