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Pontecorvo, Sicurezza Ue ha bisogno di investimenti subito
Presidente Leonardo, 'è necessario un salto di qualità'
ROMA, 25 NOV – “Il sistema di Sicurezza europeo ha bisogno di importanti investimenti nel prossimo futuro: vuoi per riequilibrare il rapporto con gli Stati Uniti vuoi perché non sappiamo da dove arriveranno le minacce future ed a queste minacce bisogna predisporre risposte multilivello. E per queste ragioni sarebbe necessaria un po’ più di lungimiranza e visione da parte delle autorità europee”. Lo ha detto il presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo alla Conferenza internazionale “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)” organizzata da Aspen Institute Italia con la collaborazione con l’Aeronautica Militare, Intesa Sanpaolo, Comune di Pavia, Università degli Studi di Pavia e il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo. Nel negoziato per la riforma del patto di stabilità, ha riordato, l’Italia si sta battendo perché le spese per la Sicurezza vengano stralciate dal calcolo del deficit. “Per fortuna, dalle bozze della Riforma sembra emergere l’intenzione di introdurre un diverso sistema di calcolo delle spese per la Sicurezza sul deficit”.”Ma c’è di più. Oggi Bruxelles è arrivata ad emettere eurobond per finanziare il Next Generation Eu: iniziativa lodevole che fa dell’Europa un Continente all’avanguardia nella salvaguardia dell’Ambiente. Ma c’è – Credo sia necessario un salto di qualità delle policy europee anche per la Difesa”. ” Per queste ragioni, non si possono aspettare vent’anni per finanziare gli investimenti con l’emissione di eurobond. Servono subito”. Pontecorvo ha ricordato che la Cina ha speso nel 2022, 292 miliardi di dollari: il 4,2% in più rispetto al 2021, ma il 63% rispetto al 2013. La Russia, in un solo anno, l’ultimo, ha aumentato la propria spesa militare del 9,2%. – Per avere un termine di paragone con l’Europa, nel 2022 la spesa militare del Continente è aumentata del 13% rispetto al 2021 ed ha toccato livelli della Guerra fredda. Ma l’incremento rispetto al 2013 è stato del 30%: la metà della Cina.