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Probabile nuova proroga del Governo per le cartelle 2022

L’idea è quella di discuterne in manovra partendo dalle due ipotesi sul tavolo: diluizione dei pagamenti e rottamazione quater

Di Paolo Cappelleri |

Il governo apre alla possibilità di una nuova proroga per le cartelle nel 2022. L’idea è quella di discuterne in manovra partendo dalle due ipotesi sul tavolo: diluizione dei pagamenti e rottamazione quater. La disponibilità manifestata nei giorni scorsi durante la trattativa con la maggioranza per chiudere il decreto fiscale – che è destinato a incassare l’ok del Senato in serata con il voto di fiducia – è stata confermata oggi dalla viceministra all’Economia, Laura Castelli: «Durante la legge di bilancio se ne parlerà». I partiti praticamente all’unisono spingono per soluzioni più elastiche a favore di famiglie e imprese del termine fissato nel dl fisco al 14 dicembre per la rottamazione-ter e il saldo e stralcio, nonché della proroga di due mesi, al 31 gennaio, per l'Irap e per chi lo scorso anno ha goduto di un esonero che non spettava, e dell’estensione (da 150 a 180 giorni) per le cartelle sospese per l’emergenza Covid. Trasversale anche la richiesta del Parlamento di modificare le misure, contestate in particolare da Confindustria, sul Patent Box, ovvero il regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di software protetti da copyright, brevetti industriali e marchi d’impresa. Si profila un sistema con due opzioni alternative per le imprese: o gli incentivi sulla sperimentazione o la deduzione sull'utilizzo dei brevetti. I tecnici del governo stanno aspettando i riscontri dell’Agenzia delle entrate sulle stime dei costi. 

D’altronde per le modifiche al legge di bilancio ci sono risorse finanziarie che non erano disponibili per il dl fisco. C'è dunque da attendersi emendamenti in questo senso fra le 500 proposte "segnalate" che la maggioranza individuerà domani sfoltendo le oltre 6mila già avanzate. Il taglio delle tasse, il reddito di cittadinanza, le pensioni e il Superbonus saranno i maxi capitolo sui cui si eserciteranno le forze politiche. Spetterà invece alla delega fiscale, all’esame della commissione Finanze della Camera, occuparsi del riordino dell’Iva. E proprio sull'imposta sul valore aggiunto la Commissione europea oggi ha ricordato come l’Italia abbia cifre da record per evasioni e frodi, con un danno economico da 30,1 miliardi nel 2019, seppure ridotto progressivamente negli anni. Bisogna «vedere da dove siamo partiti. Negli ultimi anni la fatturazione elettronica e la compliance hanno contribuito a ridurre il tax gap: nel 2011 era di 88 miliardi e nel 2019 si è «assottigliato» a 73 miliardi, sottolinea il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. È invece il quinto Paese per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 21,3%, dietro solo a Romania (34,9%), Grecia (25,8%), Malta (23,5%) e Lituania (21,4%). 

Intanto il dl fisco ha portato una semplificazione per i contribuenti che presentano direttamente la dichiarazione dei redditi precompilata: «Viene eliminato l’obbligo di documentare ciò che l’Agenzia delle entrate già sa», ha chiarito la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra (Leu), spiegando che anche in caso di modifica del 730 precompilato non sarà più necessario conservare tutti gli scontrini relativi alla dichiarazione. Altro aspetto accolto con soddisfazione da più parti è l’estensione della cassa integrazione Covid per alcune categorie, in cui speravano di essere inclusi gli operatori del turismo: «Siamo allibiti per la sostanziale scomparsa della proroga Cig a beneficio dei settori più colpiti dalla pandemia», protestano le sigle di categoria.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA