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StM conferma gli investimenti: «Catania centro d’eccellenza». Ma 2.880 esuberi a livello globale nei prossimi 3 anni

Gli impegni assunti dalla multinazionale dei microchip al tavolo di oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy con i sindacati e le Regioni. Fim Cisl: «Ancora perplessità e punti non chiari, il tavolo sarà riconvocato»

Di Redazione |

Tutti gli investimenti approvati e previsti da StMicroelectronics in Italia e in Francia sono confermati, nessuno degli attuali siti, in Italia e nel mondo, verrà chiuso e ciascuno continuerà ad avere un ruolo e una missione specifica: sono questi, in base a quanto si apprende da fonti presenti all’incontro, gli impegni assunti dai rappresentanti della multinazionale dei microchip nel corso del tavolo in corso al ministero delle Imprese e del Made in Italy con i sindacati e le Regioni.

Stmicroelectronics riequilibrerà gli investimenti tra Italia e Francia. «L’impatto complessivo e le soluzioni utilizzate per l’attuazione del programma globale» di Stm «saranno sostanzialmente equivalenti tra Italia e Francia». La priorità sarà data agli ecosistemi locali, alimentando la rete di collaborazione con Università e centri di ricerca, viene inoltre riferito. Una buona notizia quindi anche per il sito di Catania.

Stmicroelctronics si sarebbe impegnata anche avviare un «dialogo costruttivo» con le parti sociali per «rovare soluzioni condivise che evitino azioni unilaterali».

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha chiesto che il piano industriale di Stm preveda «investimenti significativi nel nostro Paese per farla tornare da subito centrale a fronte di quanto si farà nel resto del mondo: una netta inversione di tendenza» che «tuteli l’occupazione anche in questa fase di crisi di mercato».

Catania polo significativo

In particolare, ha aggiunto, «Catania dovrà a nostro avviso diventare, a fronte di un supporto di risorse pubbliche così consistente, il polo più significativo in Europa sul carburi di silicio, con l’aumento dei livelli occupazionali. Per quanto riguarda Agrate, abbiamo sollecitato l’azienda a presentarci un piano di rilancio del sito con nuovi significativi investimenti dopo l’inerzia degli ultimi anni, al fine di recuperare competitività e tornare centrale nella produzione di semiconduttori dell’azienda. Il nostro obiettivo – ha ribadito -, che speriamo si concretizzi nell’ambito di questo piano, è che l’Italia torni a essere centrale e, superata l’attuale crisi di mercato, che ciò possa portare nel tempo anche ad accrescere significativamente i livelli occupazionali nel nostro Paese».

Secondo il priamo indistriale presentato al tavolo da StM, l’impianto da 300 mm di Agrate Brianza «continuerà ad espandersi con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento di ST per la produzione in grandi volumi per tecnologie smart power e a segnale misto. Il piano prevede il raddoppio dell’attuale capacità fino a 4.000 wafer a settimana (wafer per week, wpw) entro il 2027, con successive espansioni modulari che potranno portare la capacità fino a 14.000 wpw, in funzione dell’andamento del mercato. Con il crescente focus sulla produzione da 300 mm, l’impianto di Agrate da 200 mm si rifocalizzerà sui Mems».

L’impianto da 300 mm di Crolles (Francia) sarà invece «ulteriormente consolidato come centro nevralgico dell’ecosistema di prodotti digitali di ST. Il piano prevede l’aumento della capacità produttiva a 14.000 wpw entro il 2027, con ulteriori espansioni modulari che potranno portarla fino a 20.000 wpw, in base alle condizioni di mercato». Inoltre, sarà convertito «l’impianto a 200 mm di Crolles per supportare l’EWS (Electrical Wafer Sorting) in grandi volumi e tecnologie avanzate di packaging, ospitando attività che attualmente non sono presenti in Europa. Il focus sarà sulle prossime generazioni di tecnologie all’avanguardia, tra cui il sensing ottico e la fotonica su silicio (silicon photonics)».

Centro d’eccellenza

Catania continuerà a rappresentare un centro di eccellenza per i dispositivi di potenza e semiconduttori WBG (ampia banda interdetta, come il SiC e il GaN). «Lo sviluppo del nuovo campus dedicato al SiC procede secondo i piani, con l’avvio della produzione su wafer da 200 mm previsto per il quarto trimestre del 2025, rafforzando la leadership di ST nelle tecnologie di potenza di nuova generazione. Le risorse che supportano le attuali capacità di Catania sui 150 mm e l’EWS saranno rifocalizzate sulla produzione di semiconduttori di potenza in silicio e SiC da 200 mm da 200 mm, compreso il GaN-su-silicio, rafforzando la leadership di ST nelle tecnologie di potenza di prossima generazione», assicura il gruppo.

Gli esuberi

Dal tavolo romano arrivano però conferme sugli esuberi. StMicroelectronics ha infatti annunciato 2.800uscite volontarie a livello globale nei prossimi tre anni, «principalmente nel 2026 e 2027», oltre al turnover naturale.

«Nel corso del ridisegno della struttura produttiva di ST nei prossimi tre anni, le dimensioni della forza lavoro e l’insieme delle competenze richieste evolveranno», spiega un comunicato. Sistemi avanzati di produzione «faranno spostare ruoli dai processi tradizionali che comportano compiti manuali ripetitivia una maggiore attenzione al controllo di processo, all’automazione e alla progettazione. ST – viene assicurato – gestirà questa transizione attraverso misure volontarie, con un impegno costante a un dialogo costruttivo e negoziazioni con i rappresentanti dei lavoratori in conformità con le normativenazionali vigenti».

La governance

«Sappiamo che vi sono stati degli errori sui prodotti da sviluppare, forse dovuti anche agli evidenti squilibri nella governance – ha detto ancora il ministro Urso – ma noi siamo per confrontarci e determinare il piano Italia di Stm, riportando il nostro Paese al centro dello sviluppo industriale di una multinazionale a controllo pubblico, che è nata in Italia, nella mia Sicilia, ed è diventata poi una grande multinazionale europea che condividiamo con la Francia in una logica di mercato».

Questa mattina in una nota StM aveva difeso i suoi manager e, in particolare, il Consiglio di Sorveglianza esprimendo «il suo rinnovato supporto a Jean-Marc Chery, Lorenzo Grandi e i manager, soprattutto nella loro capacità di eseguire la trasformazione in tempi difficili per l’industria dei semiconduttori».

La Fiom-Cgil

Il tavolo di oggi – secondo Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – è stato «davvero pessimo, c’è stata un’illustrazione di un piano parziale, pieno di ombre e di omissioni, perché il taglio all’occupazione in Italia non è stato né quantificato, salvo poi all’ultimo minuto spiegare che c’è un esubero di personale di 2.800 persone globale, dichiarato a livello complessivo. Come questo si articolerà sul nostro territorio non è dato saperlo».

«Temiamo che il taglio in Italia sia particolarmente violento – ha aggiunto – in particolare al Nord, perché mentre sugli stabilimenti del sud ci sono ancora in campo altri pezzi di progetti, al Nord sono in ritardo su un progetto che doveva già essere concluso nel 2025, che inizia ora ma che è sostitutivo e non più aggiuntivo. Quindi non chiuderanno gli stabilimenti complessivi, ma c’è un enorme reparto ad Agrate, di 2.500 persone, che rischia di venire raso al suolo».

Tibaldi ha spiegato in particolare che nel triennio 2025-2027 gli investimenti saranno di 2,6 miliardi di euro per Catania e 1,2 miliardi di euro per Agrate. «A Catania si conferma la produzione di wafer su piattaforma di silicio nel modulo M5 e verrà ultimato secondo i programmi entro il 2032 il nuovo sito dedicato al carburo di silicio». Il sito di Agrate rimane invece «il centro per la ricerca tecnologica, la progettazione e la produzione di semiconduttori e verranno sviluppati diversi modelli».

Fim Cisl: «Azienda non chiarisce tutto, il tavolo sarà riconvocato»

Questo il bilancio al termine dell’incontro di Pietro Nicastro, segretario regionale di Fim Cisl Sicilia: «L’azienda ha esposto il piano industriale per titoli, e ha ribadito che non ci saranno chiusure di siti ma non chiarisce ancora cosa intende con l’affermazione che si rende disponibile ad avviare un dialogo costruttivo con le parti sociali per trovare soluzioni condivise. Poi afferma che serve un ulteriore incontro per scendere nei dettagli. Noi abbiamo chiesto che, rispetto all’evoluzione degli investimenti come si affronta il periodo che va dal 2025 al 2032 riguardo all’aspetto occupazionale? Ancora oggi permangono le nostre perplessità. Va costruito un accordo di programma istituzionale che tuteli l’occupazione. Il ministro propone il tavolo di settore sulla microelettronica dov’è partecipano tutti i player presenti in Italia o chi vuole investire nel nostro Paese. Il tavolo è aggiornato e sarà riconvocato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA