L'opinione
Avviso a Meloni: i popolari europei non vogliono sdoganare i sovranisti
L'iniziativa dei cosiddetti volenterosi , che riesce a mettere insieme i leader europei più rappresentativi, al di là dei suoi esiti, pare essere destinata a fare chiarezza sul futuro di una l’Europa che non vuole ripudiare la fedeltà atlantica, ma vuole reinterpretarla attraverso anche una ragionevole indipendenza dagli Usa
Pare certo che i popolari di Merz non siano disposti a sdoganare i sovranisti. E pare anche certo che essi, attraverso l’operazione dei “volonterosi”, mirano a rilanciare il processo di integrazione. In sostanza vogliono più Europa. Così stando le cose, c’è da chiedersi con chi dialogherà Meloni in Europa. Non sembra che il premier, dopo avere in molte occasioni dichiarato di essere europeista senza se e senza ma, nonostante la riluttanza che su questo tema continuano a manifestare diversi leader della sua maggioranza, possa adesso disinvoltamente fare marcia indietro solo perché si ritiene poco considerata dai leader europei con i quali dovrebbe collaborare per consolidare il processo di integrazione in un momento così difficile per il futuro dell’Europa.Meloni si dice scettica sui risultati che può produrre l’iniziativa dei volenterosi che si battono per la difesa dello Stato di diritto e della democrazia cercando di vincere le resistenze di quei Paesi membri che vogliono un’Europa minima. È spesso solidale con autocrati e oligarchi che vivono l’Europa dei diritti come una minaccia da arginare.Da questo punto di vista, l’iniziativa dei cosiddetti volenterosi , che riesce a mettere insieme i leader europei più rappresentativi, al di là dei suoi esiti, pare essere destinata a fare chiarezza sul futuro di una l’Europa che non vuole ripudiare la fedeltà atlantica, ma vuole reinterpretarla attraverso anche una ragionevole indipendenza dagli Usa.
Meloni su questi temi continua a tenere un atteggiamento ondivago, ritenendo che ciò possa giovarle per coltivare rapporti utili nelle direzioni più diverse. Da questo punto di vista, comprensibilmente, l’iniziativa dei volenterosi la mette in difficoltà, la isola in Europa, la porta ad assumere posizioni sbagliate allorché ritiene che tutti i posti giusti per contare siano ormai occupati. Ha fatto bene Meloni a incontrare Merz, dal quale non può certo aspettarsi un europeismo tiepido che non si addice con le tradizionali posizioni del popolarismo europeo.Quelli dell’estrema destra italiana, insomma, possono pure deridere le iniziative dei volenterosi, ma non c’è dubbio che si tratta di un impegno volto a mettere insieme tutti i grandi leader della liberaldemocrazia europea, che sembrano avere ritrovato un terreno sul quale intestarsi importanti battaglie che possono esaltare il ruolo dell’Europa come continente dei diritti. Si tratta di un compito che l’Ue può e deve svolgere, consapevole che ciò la porrà in conflitto con Putin, il quale teme gli effetti virali che possono essere prodotti da un consolidamento all’interno del mondo slavo della cultura dello Stato di diritto.Significativo che sulle posizioni dei volenterosi si ritrovi anche il laburista Starmer, nonostante il suo Paese non faccia parte dell’Ue. Il leader laburista sta dimostrando con atteggiamenti univoci che è interessato al futuro della civiltà europea, nel mirino soprattutto di Trump e Putin, che tentano, pur tra molte contraddizioni, di sperimentare forme di collaborazione che dovrebbero risultare fortemente punitive nei confronti dell’Europa .
Meloni lamenta di non essere adeguatamente considerata dai maggiori leader europei. Ma si tratta di un isolamento assolutamente giustificato, considerato l’atteggiamento ondivago del nostro premier, il quale si assegna spesso troppe parti nel contesto della politica estera, tra loro assolutamente incompatibili pur di poter ottenere udienza da chicchessia. Francamente è difficile potere contare in Europa fintanto che si scelgono come partner privilegiati Orban, Melei, Le Pen o i vassalli di Putin per i quali l’Europa dei diritti e della democrazia rappresenta una minaccia da combattere con ogni mezzo, perché ritenuta in grado di veicolare nel continente europeo culture e solidarietà che gli autocrati vivono come il male assoluto, una minaccia per il loro potere.Meloni in politica estera prima o poi dovrà fare delle scelte chiare, univoche, seguendo una coraggiosa politica europea che sia all’altezza delle tradizioni politiche e culturali del nostro Paese.Tenuto conto dell’iniziativa dei Volonterosi, non pare che Meloni possa trovare una convinta udienza tra i popolari, con cui voleva stabilire all’inizio della sua esperienza di governo un’intesa destinata a consolidarsi. I popolari europei sono gli eredi di grandi leader come Adenauer, Schuman, De Gasperi, personaggi la cui vicenda politica si caratterizzava per un’avversione totale nei confronti di esperienze e culture politiche che continuano ad essere vissute, tutt’oggi, come la grande vergogna della storia europea europea del Novecento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA