Notizie Locali


SEZIONI
Catania 9°

L'INTERVENTO

Lavoro, scuola, turismo, energia: in campo per costruire un futuro diverso

Come Cgil   confermiamo il nostro impegno su questi obiettivi, come su quelli della   legalità e della lotta alla mafia, senza le quali non può esserci sviluppo

Di Alfio Mannino *  |

Apriamo oggi il congresso della Cgil regionale con la consapevolezza che la Sicilia e tutto il Sud Italia sono sotto tiro. Sotto il fuoco   incrociato di chi vuole spaccare il Paese abbandonando il Mezzogiorno a   sestesso. Non sembri fuor di luogo la metafora, perché la pace oggi va   ricercata su più fronti. Dalla fine del conflitto aperto in Europa, a   quella pace sociale che si fonda sulla solidarietà e sulla giustizia  sociale.

Non mi sembra che il Governo nazionale lavori per questo quando avanza idee come l’autonomia differenziata o le gabbie salariali. Gli stipendi differenziati per area geografica sono un’antistorica  provocazione. Invece di partire da cosa manca alla scuola e alla società   siciliane, cioè tempo pieno, strutture, welfare, trasporti, lavoro, salari e pensioni adeguati, si ipotizza di potere togliere. Sembrerebbe  un paradosso se non fosse così drammaticamente in linea con le altre   politiche governative. Quelle cioè che hanno completamente dimenticato   il Mezzogiorno, per ricordarsene solo con intenti punitivi. Come Cgil   confermiamo il nostro impegno su questi obiettivi, come su quelli della   legalità e della lotta alla mafia, senza le quali non può esserci   sviluppo. 

Anche qui, fuor di retorica, voglio parlare di cose concrete e cioè di quel controllo sociale che occorre tenere in campo e rinsaldare  per evitare le infiltrazioni, con il coinvolgimento di tutte le parti sane della società. Alcuni mesi fa la nostra organizzazione ha proposto   un protocollo che consentisse di superare tutte le criticità della   legislazione attuale, per il controllo su appalti e subappalti e per la   velocizzazione delle procedure in piena sicurezza antimafia.

È una   questione che subito dopo questo nostro congresso intendiamo rilanciare   con i nostri interlocutori e le nostre controparti. Anche perché in   questi mesi sta emergendo con forza nella nostra regione una irrisolta   questione morale, che assume l’aspetto della corruzione, dei piccoli e   grandi abusi, dei favori, se non delle azioni di fiancheggiamento alla   mafia. Gli affari di Messina Denaro sarebbero stati possibili  in un   contesto in cui valgono  esclusivamente le regole, le leggi, la   trasparenza?

La politica, le istituzioni devono dare questo messaggio a   tutti: che non ci sono più sponde per gli illeciti, che ci sono diritti   che si deve pretendere di avere, a partire da quello al lavoro, e non   favori. Questo vale ancora di più oggi che sono in arrivo le ingenti   risorse del Pnrr. La Sicilia, se si deve battere contro un governo che   vuole staccarla dall’Italia, deve anche battersi affinché tutti i   finanziamenti possibili siano impegnati per lo sviluppo produttivo e   sostenibile, per il lavoro e il miglioramento delle condizioni di vita   di tutti. Quanto le risorse europee facciano gola a una mafia che   dimostra tutt’oggi capacità di penetrazione nell’economia sana, che   cambia pelle e si attrezza per i suoi illeciti arricchimenti è noto per   le indagini già aperte e viene segnalato continuamente da autorevoli   osservatori, a partire dai magistrati.  Gli strumenti di indagine vanno   rafforzati, non depotenziati come si vorrebbe fare con le   intercettazioni. E occorre seguire i flussi finanziari per scovare gli   illeciti. Per lo sviluppo di questa terra  noi continueremo a fare la   nostra parte.  

Proponiamo un piano del lavoro che guardi allo sviluppo   dell’apparato produttivo nell’ottica della transizione e ecologica,   delle filiere dell’agroindustria, delle energie rinnovabili, del ciclo   dei rifiuti, del turismo, del sistema dei trasporti. Ma anche del   welfare, per l’infanzia, gli anziani, i non autosufficienti a partire   dal rafforzamento del sistema sanitario pubblico. Immaginiamo un   progetto che dia prospettive ai giovani e alle donne, la cui posizione   sul mercato del lavoro continua a essere difficile e precaria. Un   progetto che investa sulle riforme a partire da quella della pubblica   amministrazione che va riorganizzata con l’immissione di energie   fresche, nuove competenze, necessarie anche per la gestione del Pnrr.  E   per questo chiediamo di costruire alleanze e alle istituzioni il dialogo   sociale, il confronto. 

Non partiamo da preconcetti o da giudizi sommari,   anche se i primi passi dell’azione del governo regionale non ci   convincono. Al governo Schifani chiediamo due cose fondamentali: di   segnare la discontinuità col precedente governo regionale, la cui azione   è stata con evidenza inadeguata e di fare sentire la voce della Sicilia   forte contro le misure nazionali che puntano a spaccare il Paese. Queste   due cose ancora non le abbiamo percepite. 

* Segretario generale Cgil Sicilia  

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA