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l’intervento

Se l’Uomo smarrisce se stesso

Il caso dell'imprenditrice di Viareggio che ha investito il ladro che l'aveva rapinata suscita una riflessione amara

Di Antonio Fiumefreddo |

Lui ha 47 anni, probabilmente ha dei figli, una compagna, dei genitori anziani da qualche parte nel mondo, è di origini marocchine e ha rubato la borsa ad una signora che viaggiava a bordo di un Suv.

La signora, nota imprenditrice locale, come mostreranno inequivocabilmente le immagini di una telecamera, raggiungerà l’autore dello scippo, che si era dato alla fuga a piedi, e lo investe una due tre quattro volte arrotandolo, dopodiché si vede la donna scendere dall’auto, riprendersi la borsa e risalire in auto per tornarsene a casa. Non lo investe per accidenti, in un moto di istinto, spaventata per lo scippo e per una manovra improvvisa, no no, proprio lo insegue, lo raggiunge e lo investe. Potrebbe ancora avere un rigurgito di umanità e chiamare il 118 e invece no, con il poveretto che si dimena negli ultimi rantoli di vita, si ricorda di aver preso in prestito l’ombrello e lo restituisce al ristorante dove poco prima aveva cenato; quindi, tornerà a casa per mettersi in comodi panni.Agghiacciante!Si tace qui del solito, puntuale quanto non richiesto, e inopportuno, politico che ha sentito il bisogno di commentare che sì, si dispiace per la morte di un uomo ma che se non fosse stato un delinquente non gli sarebbe successo nulla!Spaventoso!Ciò che però ha davvero colpito ed inquietato, lasciando attoniti, è la reazione dei tanti, troppi, che in Rete hanno preso le difese della donna.Potremmo liquidare la questione offrendo a noi stessi la rassicurante osservazione che si tratta pur sempre di frustrati, i quali stanno dietro un’anonima tastiera per sfogare le loro indicibili devianze; ma, a ben guardare, la mole dei post di sostegno e le violente parole di disprezzo, c’è da temere che si tratti di qualcosa di più, di diverso e di terribile.C’è una caduta dell’Uomo, una resa al Male, una crudeltà cainesca contro l’altro, ancorché si tratti del prossimo che ha sbagliato, con una misura non della legittima difesa ma della rappresaglia; e si rimane senza parole, spaventati. Di cosa siamo capaci!L’altro è il ladro, è nero di pelle, probabilmente è un drogato, uno di quegli immigrati che ci depredano, e noi, bianchi, col Suv elegante, sazi di tre pasti giornalieri, saremmo le vittime, esasperate ed impotenti, che reagiamo. È il corto circuito della vendetta come un diritto e dovere sociale, come la licenza del iustos dolor al tempo degli antichi romani, la crocifissione degli schiavi ai tempi di Spartaco, perché schiavo è anche il marocchino travolto dalla imprenditrice scippata, non si tratta di un uomo! E uomo sarebbe invece chi commina la punizione?Ora si dirà che i cittadini sono esasperati per la mancata sicurezza delle nostre città, che l’arrivo degli immigrati è percepito come un’invasione, che lo Stato è assente, ma saranno solo bugie, davanti alla reiterata e dolosa deriva della nostra società, divenuta prima vittima e poi artefice di una semina d’odio che dopo avere smarrito Dio ha perso l’Uomo.

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