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Oasi di Troina, le due “verità” (che non combaciano) di don Rotondo e del manager Volante

Nel verbali dell'antimafia del mese scorso c'è molto sull'argomento dopo una richiesta della Cgil che lamentava una ingerenza oltre limiti della politica 

Di Mario Barresi |

C’è un pezzo che manca, nello scontro sull’Oasi di Troina. Perché la proprietà dell’istituto fa entrare dal portone principale proprio quel direttore generale poi messo alla porta perché sarebbe venuto meno il «rapporto di fiducia»?

Come si arriva alla nomination da parte di don Silvio Rotondo di Claudio Volante, consigliere comunale di DiventeràBellissima a Palermo, manager poi «designato» dall’assessore Ruggero Razza?

Le risposte a queste (ma anche ad altre) domande si trovano nei verbali di due recenti audizioni dell’Antimafia regionale che l’8 e il 9 febbraio scorsi ha sentito don Rotondo e Volante. Sull’argomento la commissione presieduta da Claudio Fava era stata sollecitata anche da un esposto del segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, su «alcuni episodi di ingerenza e mala gestio»all’Oasi. 

Don Rotondo parla del suo incontro con Razza. E del paletto subito posto dall’assessore: «Guardi, però occorre un direttore generale perché chiaramente si gestiscono soldi pubblici» è la frase che il presidente, confessando di essersi «irrigidito su questa cosa», attribuisce all’assessore alla Salute. . «Ho comunicato cinque nomi per questa funzione», racconta all’Antimafia. Aggiungendo che «un sesto nome», cioè quello di Volante, «l’ho comunicato dopo». Non brevi manu, come avrebbe voluto, ma con una pec trasmessa in assessorato.

Don Rotondo conosceva Volante? O qualcuno gli ha chiesto di aggiungere quel nome alla rosa dalla quale poi Razza avrebbe dovuto scegliere? Il prete-presidente racconta che la richiesta è arrivata dal diretto interessato, che gli era stato «presentato da un amico che veniva all’Oasi da parecchio tempo».

Don Rotondo, in un incontro a Palermo, chiarisce a Volante che «sta puntando su un’altra persona interna all’Oasi». E l’aspirante manager gli avrebbe risposto: «Per me è importante che arrivi il mio nome in assessorato, mi serve semplicemente questo». E così quel nome arriva. «Per un mio gesto di ingenuità», ammette don Rotondo. Ma il presidente, davanti all’Antimafia, non dice mai esplicitamente che il nome gli sia stato suggerito da Razza. Volante, nell’audizione del giorno dopo, nega di aver avuto «abboccamenti» con l’assessore del suo movimento e nega di averlo mai incontrato prima della nomina.

Poi però si contraddice e ammette: «Ne abbiamo parlato, abbiamo parlato di Troina, dell’Oasi. Di tante cose abbiamo parlato». Per poi precisare: «Nessuno poteva avere certezze che io fossi inserito in quei nomi». Volante consegna anche un racconto diverso sul rapporto con don Rotondo: «Non è come dice lui. Io l’ho conosciuto molto prima, all’inaugurazione di una clinica, mi è stato presentato da amici comuni». E ribalta la dinamica del chi-cerca-chi: «Mi ha chiamato lui, al telefono. Ovviamente già c’era stato un abboccamento, molto tempo prima».

Precisando: «I nomi non venivano dall’assessorato». Raccontata così sembra la favoletta di Alice nel paese delle meraviglie. O un atto dello Spirito Santo, trattandosi di un istituto di matrice religiosa: un aspirante manager spuntato quasi dal nulla che convince il presidente dell’Oasi a indicarlo come nome aggiuntivo, dopo aver comunicato i primi cinque, in una rosa in cui l’assessore Razza lo sceglierà; a insaputa del diretto interessato e di don Rotondo.

Magari una ricostruzione diversa potrebbe arrivare da una probabile seduta congiunta dell’Antimafia e della commissione Salute di cui si discute all’Ars.

La narrazione dei due protagonisti diventa però meno sfumata quando si entra nel vivo dello scontro. E così don Rotondo rivela alcuni dettagli di quella che all’Oasi in molti hanno vissuto come «un’occupazione militare del potere». Il discepolo di padre Luigi Ferlauto rivela poi i dubbi sulla presunta incompatibilità di Volante con il suo ruolo di consigliere comunale (poi fugati da un parere dell’Anac, nonostante il nominato si sia rifiutato di barrare e firmare il relativo modulo), ma soprattutto le perplessità sulla mancanza dei requisiti: né l’iscrizione all’albo nazionale dei dirigenti generali, né i cinque anni di esperienza in sanità.

«Siccome siete una struttura privata, potete fare questa operazione» è il senso di una risposta scritta del dirigente dell’assessorato, Mario La Rocca,che don Rotondo consegna alla commissione. Il prete racconta anche la trattativa sullo stipendio di Volante (adeguato a quello dei dirigenti generali della sanità pubblica: 144.607,43 euro annui lordi, più bonus del 20% sui risultati) e sulla richiesta di avere a disposizione un’auto di servizio. Ma soprattutto della raffica di nomine e consulenze: «Sì, mi risulta che qualcuno» sia di DiventeràBellissima, ammette don Rotondo.

Che, oltre a rammentare un litigio con Volante sulla sua fuga in avanti per istituire «un satellite dell’Oasi di Troina a Palermo», conferma anche che prima del convegno sulle aree interne, organizzato proprio all’Oasi di Troina dal movimento del presidente della Regione e da Attiva Sicilia, alcuni inviti all’evento siano partiti dall’indirizzo mail del direttore generale. «Non mi occupo di inviti», la risposta dell’ex manager. Che, quando gli fanno notare che la comunicazione sarebbe partita dal suo indirizzo personale, abbozza: «Magari abbiamo sbagliato genere di invito». Eppure, rivendica Volante in Antimafia, «non sono il riferimento di DiventeràBellissima, di cui sono consigliere comunale, pur non essendo iscritto al movimento».

Ma Volante si difende anche dalle altre accuse. «Io ho assunto due persone del mio staff, come previsto dal contratto. E ho revocato un incarico a un avvocato che si occupava di diritto del lavoro scegliendone un altro dimezzando il compenso per ogni controversia». Più delicato il riferimento al direttore amministrativo sostituito: «Ho scritto una lettera a don Rotondo, segnalando le mancanze che, a mio giudizio, avevano causato grande pregiudizio di natura economica». Infine, i conti dell’Oasi: «Io ho trovato 60 milioni di debiti, 60 milioni di debiti…», scandisce. Twitter: @MarioBarresi  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA