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Altri tagli del gas russo in Ue, Italia pronta su stock, Berlino attiva l’allarme

Di Redazione |

LUSSEMBURGO – L’emergenza gas russo in tutta Europa sembra ora “probabile”. Dal G7 al castello di Elmau fino ai palazzi delle istituzioni Ue in Lussemburgo e Bruxelles la crisi delle forniture energetiche dalla Russia tiene banco nel dibattito tra i responsabili politici.  Un timore concreto che ha fatto correre il prezzo del gas ad Amsterdam a 129,46 euro al megawattora (+0,74%). E che. Lo spirito, nel caso in cui Putin chiuda i rubinetti in modo arbitrario, dovrà essere di “condivisione e solidarietà” per “essere preparati a ogni scenario”, ha evidenziato Simson, spiegando che “la situazione è seria” e tutti ormai ne sono consapevoli. , ha spiegato la politica estone. Senza dimenticare che, davanti al caro prezzi ormai insostenibile per cittadini e imprese, un al gas appare – almeno agli occhi di Roma – necessario. “L’Europa acquista i tre quarti del gas mondiale che entra nei gasdotti si può anche permettere di fare un po’ il mercato” e, ha sottolineato Cingolani, “si tratta tagliare i picchi, che mettono in apprensione i cittadini e creano problemi alle aziende”. Dopo le intese Ue concluse con Norvegia, Egitto e Israele nelle settimane scorse, . Le operazioni di diversificazione proseguono a passo svelto anche per l’Italia, ha assicurato Cingolani, con “nuovi flussi che stanno già arrivando, soprattutto dalle rotte sud, che compenseranno ampiamente quello che si è perso e si perderà dalle forniture russe”. Nel frattempo, è duplice il passo sulle rinnovabili: a Lussemburgo i ministri europei hanno iniziato a concordare le loro posizioni negoziali sul pacchetto Fit For 55 per l’Ambiente, spina dorsale della transizione verde Ue.  L’Italia – ha ricordato Cingolani alla vigilia del dibattito sulla proposta di Bruxelles per lo  – è per la neutralità ecologica e “sarebbe meglio avere più opportunità” con “una convivenza per un paio di decenni” tra batterie e carburanti sintetici. Sull’asse Ue-Usa guidato da von der Leyen e Biden, intanto, l’obiettivo è di incoraggiare gli Stati membri e le aziende europee e statunitensi a distribuire almeno 1,5 milioni di termostati intelligenti a risparmio energetico nelle case europee quest’anno. Nell’auspicio, tutt’altro che scontato, di salvare il prossimo inverno. – La Germania intanto ha rotto gli indugi e ha dichiarato lo stato di allarme sul gas.  In vista del freddo, e con l’approvazione di tutto il governo, Berlino è passato così dall’allerta allo stadio successivo, ‘allarme’ appunto, nell’ambito del piano che prevede tre step, l’ultimo dei quali sarebbe ‘l’emergenza’.”L’estate è ingannevole, fa caldo, la gente vuole liberare la testa dalle rogne della politica – ha continuato Habeck che ha convocato la stampa della capitale per l’annuncio -. Ma poi l’inverno arriva. E dobbiamo ridurre il consumo adesso, per riempire i depositi”.  Col suo registro sincero, il vice di Scholz, che appassiona i tedeschi e viene ritenuto quasi un cancelliere ombra, ha chiesto ai concittadini “uno sforzo nazionale”, per impedire che si realizzi “la volontà di Putin” di mettere in difficoltà il Paese e l’Europa: “E’ in corso uno scontro economico con la Russia, e il gas viene usato come arma da Mosca”.Gazprom ha annunciato un taglio del 60% del gas, che viene rifornito alla Germania attraverso Nord Stream 1, e , è a rischio. Attualmente si continua a stoccare, anche se a rilento rispetto al periodo che precedeva la misura russa. Ma se continuerà ad arrivare solo il 40% del gas russo – da cui la Germania dipende per un 35% della copertura totale – ci saranno grandi disagi e difficoltà. La decisione di innescare l’allarme “non è un gioco, è un passo straordinario”, ha detto più volte il ministro, che ha anche puntato nuovamente il dito contro le politiche degli ultimi decenni che hanno messo Berlino nell’angolo, consentendo che si legasse mani e piedi alla Russia sul fronte del gas. “Questa minaccia però è sempre stata presente, e il governo si prepara da mesi”, ha concluso a difesa del lavoro del governo del cosiddetto Semaforo (Spd, Liberali e Verdi).

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