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Le calamità naturali in Europa sono costate 77 miliardi in 20 anni

Di Redazione |

BRUXELLES – Il cambiamento climatico e i suoi drammatici effetti come le inondazioni che in questi giorni stanno devastando il nord Europa sono una realtà concreta e misurabile, con un impatto sulle nostre vite, ma anche sulle nostre economie. La fotografia, piuttosto cupa, è restituita dal , specializzato in analisi delle politiche regionali.Secondo i ricercatori, l’Europa centrale, orientale e sud-orientale è stata l’area relativamente più colpita da calamità naturali in termini economici. Non va comunque meglio sul versante occidentale europeo, dove .Le tempeste di vento e le alluvioni sono, tra le calamità naturali osservate, quelle che hanno lasciato ricadute economiche e disastri più pesanti dietro sé. Tra il 1981 e il 2010, questi fenomeni hanno causato il 76% dei danni stimati dai ricercatori, seguiti da siccità e terremoti, ciascuno responsabile per il 24%.Le regioni più interessate dalle calamità naturali non sono comunque necessariamente quelle che soffrono le maggiori perdite economiche. Francia e Germania, ad esempio, sono le aree più colpite dalla siccità, ma.”Le calamità naturali – scrivono i ricercatori – non sono equamente distribuite tra i diversi territori. A parità di pericolosità, il loro impatto può variare considerevolmente” a seconda della vulnerabilità di un determinato luogo. Una variante complessa da definire, composta da una molteplicità di fattori – sociali, economici, demografici, ambientali e di governance – che aiuta a capire perché una calamità naturale possa trasformarsi in una catastrofe. Secondo lo studio, i territori più vulnerabili e a rischio anche per il prossimo futuro si trovano nella regione baltica e nell’Europa orientale e meridionale. Aree definite “ad alta” e “molto alta” vulnerabilità nelle quali, complessivamente, si concentrano 116 milioni di persone su un totale di 528 milioni, pari al 22% della popolazione europea. 

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