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Studio, allarme spopolamento per le aree rurali in Ue

Di Redazione |

BRUXELLES – Finora le politiche adottate per invertire la tendenza allo spopolamento delle aree rurali non hanno dato risultati tangibili e senza nuovi interventi ad hoc il fenomeno andrà avanti nei prossimi decenni. Questo, in sintesi,, del programma studi ESPON, specializzato in analisi delle politiche regionali.Secondo lo studio, A lungo considerato una sfida fondamentale per molti Stati membri dell’Ue, lo spopolamento nelle aree rurali non è stato, tuttavia, affrontato in modo specifico, salvo poche opzioni elaborate con l’obiettivo mirato di contenerne la portata. La politica agricola comune (Pac) e la politica di coesione, spiegano i ricercatori, rappresentano le principali leve di cui si è dotata l’Europa per affrontare le questioni legate allo spopolamento nelle aree rurali.Da una parte, Dall’altra, la politica di coesione mira a ridurre le disparità delle aree meno sviluppate, in particolare le regioni interessate dal declino industriale e agricolo, attraverso progetti nazionali, regionali e transfrontalieri. In entrambi i casi, queste politiche cercano di mitigare il declino rurale stimolando la crescita demografica ed economica.I sostegni alla crescita non hanno però avuto l’effetto di frenare lo spopolamento rurale che anzi è un fenomeno sempre più comune, mentre inizia a farsi strada la convinzione che in alcune regioni, tale tendenza non possa essere invertita. Per i ricercatori le politiche messe in campo finora a livello europeo e nazionale non tenevano conto di un aspetto fondamentale: la disomogeneità del fenomeno. Vi sono infatti “differenze sostanziali” non solo tra regioni, ma anche all’interno delle regioni stesse, che non vanno ignorate. Differenze che possono essere spiegate alla luce di alcuni elementi che variano dai cambiamenti di lungo periodo nelle dimensioni e nella struttura dell’economia, all’esito di eventi politici quali l’adesione all’Ue o le ricadute di un conflitto. L’intervento dell’Ue dovrebbe quindi da un lato, puntare a contrastare le differenze nel declino delle regioni rurali, e dall’altro, adottare misure necessarie ad aumentare la qualità della vita e il benessere della popolazione che vive in aree interessate dal fenomeno.

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