Tra sogno e memoria: la genesi di 8 e mezzo
A Catania dal 10 dicembre, "8 e mezzo - Se questo è un Sogno" di Gisella Calì racconta la genesi del film tra sogno, memoria e angoscia creativa
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Data di inizio 10.12.2025 - 21:00
Data di fine 14.12.2025 - 18:30
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Link https://www.teatrodellacitta.it/stagioni/stagione-teatro-brancati-2025-26/
Una scena dello spettacolo
Da mercoledì 10 dicembre in scena al Teatro Vitaliano Brancati di Catania lo spettacolo di Gisella Calì si ispira al capolavoro di Federico Fellini 8½, incentrato sulle vicende del regista Guido Anselmi e del suo rapporto con le donne della sua vita, lo spettacolo 8 e mezzo - Se questo è un Sogno che mette a fuoco la genesi del film. Scritto e diretto da Gisella Calì, lo spettacolo è una nuova produzione dell’Associazione Città Teatro e va in scena dal 10 al 14 dicembre al Teatro Vitaliano Brancati di Catania (per poi spostarsi a Siracusa dal 19 al 21 dicembre).
In scena: Emanuele Puglia nel ruolo del regista Guido Anselmi, Ornella Brunetto nei panni de la musa Claudia, Carmela Buffa Calleo che interpreta la produttrice Liliane La Fleur, Cindy Cardillo nel ruolo della giornalista Stephanie Necrophorus, Egle Doria in quello della moglie Luisa, Barbara Gallo che interpreta la madre, Laura Giordani nei panni de La Saraghina, La Superiora, Lady Spa, Laura Sfilio in quelli dell’amante Carla e con la partecipazione del piccolo Lorenzo Aliotta.
Le scene e i costumi sono di Vincenzo La Mendola, la direzione musicale di Marco Genovese, mentre la direzione del coro è di Iole Patronaggio ed Ettore Iurato l’assistente alla regia.
Lo spettacolo racconta tutto quello che precede l’inizio delle riprese del film. L’angoscia esistenziale e artistica del regista Fellini/Anselmi. Nei due anni precedenti, Fellini vive una profonda crisi personale, disegnata dallo stesso regista nel Libro dei Sogni, sotto indicazione dell’analista junghiano al quale è ricorso. Sono anni in cui il bisogno di interrogarsi sul senso della Vita e della Morte diventa prioritario e insopprimibile.
Come nel film, definito la danza senza fine della vita, anche qui le scene si succedono le une alle altre in un carosello senza tregua che mescola realtà, sogno e fantasia, presente e passato, in un flusso continuo di personaggi e maschere, situazioni surreali, comiche, idilliache, drammatiche, nostalgiche. Come una coreografia, lo svolgersi delle scene accelera, frena, sembra fermarsi, per poi ripartire in impennata. In questo vortice impazzito l’uomo, il regista (Anselmi o Fellini che sia) mette a fuoco tutta la sua vita, con un eccesso di verità difficilmente raggiungibile da altri autori. È una riflessione sulla vita e sull’arte, sulla relazione di coppia e le sue alterazioni, sulla ricerca del senso dell’esistenza e della verità, di un centro di gravità permanente in grado di mettere ordine.