16 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:22
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Lo Schiaccianoci torna al Teatro Massimo Bellini: il Balletto dell’Opera di Tbilisi incanta in sette recite

Atmosfere natalizie, coreografie di Aleksej Fadeečev e Nina Ananiashvili e scenografie di Simon Virsaladze

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Balletto dell’Opera di Tbilisi

Balletto dell’Opera di Tbilisi

Un viaggio nel sogno, nella fantasia e nella magia del Natale: “Lo Schiaccianoci” di Petr Il’ic Cajkovskij torna sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini con sette recite tutte sold out, dal 16 al 21 dicembre, a conclusione della stagione 2025.

Titolo simbolo delle festività e tra i più amati dal grande pubblico, lo spettacolo arriva in una prestigiosa produzione del Balletto dell’Opera di Tbilisi, compagnia di fama internazionale.

A firmare la coreografia, sul stupefacente libretto di Marius Petipa, sono Aleksej Fadeečev e Nina Ananiashvili, éstoile - anzi prima ballerina assoluta - di statura mondiale e direttrice artistica del Balletto di Tbilisi.

Sul podio si alterneranno Papuna Gvaberidze e Levan Jagaev, alla guida dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini, mentre le scene e i costumi, straordinari per fascino e poesia, portano la firma di Simon Virsaladze, maestro della tradizione scenografica georgiana e russa.

In scena si esibiranno i Solisti e il Corpo di ballo del Balletto dell’Opera di Tbilisi, con il supporto dell’assistente coreografa Ekaterina Shavliashvili.

Il Balletto dell’Opera di Tbilisi, celebre per la purezza stilistica, l’alto rigore tecnico e la forte impronta della grande scuola georgiana, porta al Bellini un allestimento elegante e fiabesco, ricco di colori, incanto e atmosfere natalizie, in cui la partitura di Cajkovskij risplende nella sua piena potenza evocativa.

Composta tra il 1891 e il 1892, nasce su commissione dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo ed è ispirato al racconto Schneekönig und Nussknacker di E.T.A. Hoffmann, rielaborato a sua volta dalla fonte di Alexandre Dumas padre.

Terzo dei grandi balletti del compositore dopo Il lago dei cigni e La bella addormentata, rappresenta l’apice della sua scrittura orchestrale per la danza: una musica visionaria, colorata, capace di evocare mondi infantili e fantastici con rara forza emotiva, introducendo sonorità innovative – celebre l’uso della celesta nella “Danza della Fata Confetto” – che hanno contribuito al carattere incantato del balletto.