Assembramenti e disorganizzazione in molti uffici postali catanesi
Vorrei segnalare una grave situazione che si perpetua ogni giorno davanti all'entrata dell'Ufficio Postale di via Lavaggi, e ahimè, anche davanti a molti altri uffici postali catanesi, nella speranza che Poste Italiane decida finalmente di mettere i propri clienti nella condizione di accedere in sicurezza ai loro servizi. Segnalo l'ultimo degli eventi incresciosi avvenuto lo scorso venerdì 8 gennaio: Come saprete, essendo impossibile la normale fruizione dell'ufficio a causa delle restrizioni vigenti, gli utenti sono costretti ad aspettare il proprio turno all'esterno dell'edificio, senza un minimo di tutela da parte dell'ente, ma anzi sommando lentezze e mancanza di rispetto da parte dei loro dipendenti. Anche venerdì pomeriggio, decine di persone si trovavano in fila all'esterno dell'edificio, in totale assembramento, autogestendo la lista dei prenotati (avendo a che fare con prepotenti, che scavalcavano la fila senza alcun ritegno), all'impiedi, al freddo, senza una panchina, né la presenza di una guardia giurata. Tra queste, persone ottantenni, donne incinte, madri con neonati. Quasi in chiusura, si era rimasti solo in 5. Due di loro avevano già tentato per ben tre volte nei giorni precedenti, di usufruire del servizio, ma invano. Si fa viva finalmente un'impiegata che ci invita a ritornare il giorno seguente. Allorché, stanchi e delusi, le chiediamo di segnalare al responsabile che è necessaria una riorganizzazione da parte loro, per evitare che queste situazioni si ripetano. Cosa ci risponde? "Siete voi che dovete organizzarvi meglio!". Noi! Non le Poste: - la cui app per la prenotazione online funziona sempre più raramente; - dove l'attesa per entrare risulta eccessiva (minimo 3 ore), il personale è spesso numericamente insufficiente e a volte inefficiente, rendendo la durata di ogni operazione estremamente lunga; - che non è in grado di adeguarsi installando un mangiacoda/ erogatore ticket all'esterno della struttura, per evitare di farci da noi "giustizia privata";