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A Lampedusa 500 studenti ricordano le 366 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013, il video del corteo

Di Redazione |

LAMPEDUSA – «Non ero mai stata a Lampedusa, non immaginavo di provare emozioni contrastanti. Provo tristezza pensando a tutte le persone che in questo mare non ce l’hanno fatta, ma se mi guardo attorno e vedo in quanti siamo oggi qui a ricordare, ho grande speranza in un futuro fatto di accoglienza e rispetto». Lucrezia D’Ambrosio è una studentessa del liceo scientifico Filippo Silvestri di Portici, in provincia di Napoli. Ha compiuto da poco 18 anni e insieme con altri 500 studenti di scuole ed istituti di diverse città d’Italia e d’Europa è arrivata a Lampedusa, accompagnata dai propri docenti, per l’anniversario di quella che viene ricordata come una delle più gravi stragi di migranti del Mediterraneo.

La notte del 3 ottobre del 2013 un barcone con a bordo circa 500 persone si capovolse a un miglio dall’isola. Nel naufragio morirono 366 migranti, altri 155 furono tratti in salvo. Quelle scene sono ancora negli occhi e nella voce – a tratti incerta – di Vito Fiorino, uno dei primi ad intervenire. Vito ne ha salvati tanti, tirandoli a bordo della sua barca. Ma tanti altri li ha visti morire davanti ai suoi occhi. Ed è a loro che, a sei anni di distanza, dedica un Memoriale in piazza Piave, nel centro dell’isola. Un’opera intitolata «Nuova Speranza» sulla quale sono scritti i nomi di tutti coloro che non ce l’hanno fatta, inaugurata insieme a chi invece è riuscito a salvarsi. Durante la cerimonia l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, ricorda che in passato gli abitanti dell’isola accoglievano con semplicità chi veniva dall’altra sponda del mare: «i lampedusani – dice – hanno l’accoglienza nel loro Dna».

La cerimonia di inaugurazione del Memoriale poco dopo le 3,30 di notte, è il primo di una lunga serie di appuntamenti. Alle 9 del mattino la lunga marcia aperta dai superstiti del naufragio, insieme a studenti, cittadini, rappresentanti delle istituzioni. E poi le associazioni: il Comitato 3 Ottobre, che insieme con l’amministrazione comunale di Lampedusa promuove le principali iniziative. Ma ci sono anche Save the Children, Unhcr, Oim, Amesty, Medici Senza Frontiere e tanti altri. E c’è anche la rappresentanza di «Snapshots from the Borders», il progetto – guidato proprio dal comune di Lampedusa – che ha organizzato altri eventi contemporanei in 28 capitali europee per promuovere la petizione affinché il 3 ottobre diventi Giornata Europea della Memoria e dell’Accoglienza.

Il sindaco Totò Martello, che come molti altri indossa una maglietta con la scritta #iosonopescatore, lancia un invito agli studenti dei Paesi africani. «Quest’anno ci sono sull’isola giovani che arrivano da scuole italiane ed europee – dice Martello davanti alla Porta d’Europa – l’anno prossimo vorrei ci fossero anche gli studenti delle scuole dei paesi rivieraschi. C’è bisogno anche di loro, solo confrontando le nostre idee e “contaminando la cultura” possiamo costruire un mondo di pace».

Accanto a Martello c’è Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario al ministero dell’Istruzione. «Bisogna ribaltare il punto di vista – spiega – occorre guardare al tema delle migrazioni non come ad un problema ma come ad una risorsa». Il sindaco fa notare che «qualcosa è già cambiato». «L’anno scorso qui non c’era nessun rappresentante del governo italiano, quest’anno – dice – il governo è presente. Finalmente». Non cambia invece il copione degli sbarchi che si susseguono sull’isola: l’ultimo la notte scorsa, con l’arrivo di altri 71 migranti.

Il corteo lascia la Porta d’Europa e arriva in banchina. Da lì si sale a bordo di diversi pescherecci della marineria locale. Nel tratto di mare nel quale è affondato il barcone i pescherecci si fermano, si lancia una corona di fiori. È il momento più intenso e toccante del ricordo. Sei anni fa in quel mare cristallino molti dei superstiti che si trovano ora sulle barche videro morire mogli, figli, parenti e amici. Una tragedia consumatasi in pochi istanti e a pochi metri dall’approdo in Europa. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA