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Esplosione via Galermo, c'è una svolta nelle cause: il gas uscito da un tubo "incerottato"

Il presidente di Catania Rete Gas Gianfranco Todaro ieri ha annunciato la scoperta della “falla” e l’avvio della normalizzazione.

Leandro Perrotta

02 Febbraio 2025, 16:43

Un grosso tubo incerottato. E più volte, come a segnare vari interventi di “rammendo” nel corso degli anni. È il punto sulla grande “condotta di media pressione” dal quale lo scorso 21 gennaio è fuoriuscito il gas metano che ha causato l’esplosione che ha fatto crollare una palazzina e gravemente danneggiato un’altra a Catania, all’incrocio tra via Fratelli Gualandi e via Galermo, nel quartiere Trappeto Nord. Una paura rinnovatasi venerdì sera quando la via Sangiuliano, in pieno centro, è stata chiusa per un nuova fuga di gas. La problematica è stata poi risolta in poche ore.

Sulla via Galermo è ora visibile la grande buca scavata dai tecnici di Catania Rete gas, l’azienda partecipata del Comune che gestisce la distribuzione del metano e che «in 163 anni di vita non aveva mai avuto un incidente del genere. Mai». A dirlo è il presidente Gianfranco Todaro, che ieri ha annunciato la scoperta della “falla” e l’avvio della normalizzazione. Non solo per le 32 famiglie sfollate «per le quali speriamo a breve in un ritorno a casa», ma anche per i circa 30mila cittadini della zona rimasti senza fornitura di gas. «La procedura è lunga e complessa - dice Todaro - perché dovremo riattivare singolarmente ciascun contatore con la presenza dell’utente finale. Un’operazione ancora più complicata perché da dopo l’incidente quattro dei nostri dieci operai sono ancora infortunati».

Insomma, «ci vorranno settimane, ma stiamo tornando alla normalità, anche grazie all’aiuto del personale di altre partecipate». Sono state riattivate le forniture in via Santa Sofia, dove ci sono il policlinico Rodolico e la cittadella universitaria, nella parte Sud di via Galermo e in alcune altre vie limitrofe. Ma senza personale si è interrotta «l’installazione di nuove utenze e la disattivazione di quelle morose», spiega ancora Todaro. La situazione diventa ancora più complessa se si considera che l’esplosione, sulla quale indaga la Procura etnea, è in una zona dove «le tubazioni sono in acciaio, tra le più nuove in città, di poco più di dieci anni. Quelle vetuste, di almeno 60 anni, sono in centro. Lì avvengono ogni giorno piccole perdite, come quella di via Sangiuliano. Presto faremo un bando da sei milioni per sostituire le condotte». Su quel “rammendo” in via Galermo, ben evidente sul tubo «dove il gas viaggia a una pressione di 2,5 bar», Todaro non commenta data l’indagine in corso. «Ma posso dire, con serenità, che non è stata nostra responsabilità. La perdita poi è stata individuata nel punto dove sospettavamo, peraltro alla presenza dei consulenti tecnici della Procura venuti da Milano».

«Non è nostra opera, avremmo cambiato la condotta»

Todaro ritiene opportuno precisare ulteriormente: «Noi in 15 anni non abbiamo mai fatto riparazioni sulla condotta in quel punto. Non solo, noi non facciamo assolutamente questo tipo di riparazioni ma provvediamo alla sostituzione immediata del tratto di tubatura danneggiata. C'è in corso un'indagine della Procura a cui abbiamo dato immediatamente massima collaborazione», conclude.