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Catania, una bara al Castello Ursino: è la protesta per la "morte" dei ristoranti a causa della ztl

Chiuse tutte le attività con lumicino davanti alle porte in segno di "lutto". Presenti anche 4 consiglieri comunali di maggioranza

Leandro Perrotta

10 Luglio 2025, 22:31

Saracinesche abbassate, luci spente e lumicino sui tavoli all'esterno. "Siamo chiusi per lutto" la motivazione dei ristoratori di piazza Federico di Svevia, che si dicono "stanchi di questa situazione". Un gruppo unanime, che protesta non a caso nel primo giorno di eventi in piazza della "Summer fest" comunale, per dirsi contrario alla ztl, che secondo quasi tutti i commercianti ha piu che dimezzato gli incassi da quel 16 giugno 2024, giorno non a caso "affisso" su una bara simbolo della "morte" degli affari. "Siamo al 60-70%, anche più, di perdita. Ma la cosa piu importante è che non posso già ora far lavorare tutti i miei 13 dipendenti. Dopo 21 anni forse devo chiudere", riferisce la signora Grazia Spampinato del Cavaliere Roxy che ha anche messo un cartello "vendesi" davanti all'attività. Sotto al posto del numero di telefono c'è scritto: "Grazie al sindaco".

E proprio a Trantino i commercianti si appellano, davanti alla bara posizionata a ricordare il rischio chiusura: "Ci incontri, con tutta la giunta. Da febbraio quando eravamo stati in Comune per un compromesso sugli orari di apertura della ztl non è piu venuto a vedere". E da "vedere" secondo anche i consiglieri comunali Andrea Barresi (FdI), Andrea Cardello (Lega), Santo Arena (Lega) e Paola Parisi (FdI), tutti di maggioranza, c'è solo "una decisione, la ztl, che evidentemente non ha funzionato. Non siamo qui in contrapposizione e contro il sindaco, siamo e restiamo di maggioranza, ma va trovata una alternativa", afferma Barresi facendosi portavoce del pensiero dei colleghi accanto a lui. Il gruppo è peraltro di ritorno da una animata seduta del consiglio comunale dove a scagliarsi contro le pedonalizzazione è stato il vicepresidente vicario del Consiglio, Riccardo Pellegrino (FI), poi contestato per l'attacco all'amministrazione: il consigliere Giovanni Magni (FdI) ne ha chiesto le dimissioni dal ruolo. Presente al termine della seduta in aula anche Graziano Bonaccorsi (M5s), consigliere d'opposizione, che rivendica l'aver affermato "gia nel 2023 che questo piano di pedonalizzazione non andava bene senza alternative, addirittura anche i residenti non hanno un accesso".

A sintetizzare le richieste è l'animatore della protesta, Maurizio Loritto presidente del Conapiv, già a fine 2024 sostenitore del tentativo di referendum popolare sulla riapertura dell'area, affiancato da uno dei promotori di quella iniziativa, Santo Musumeci presidente di "Catania più attiva". "Non è una manifestazione contro il sindaco - ha detto Loritto - ma contro una decisione insensata che sta portando alla chiusura di queste attività". Si apre quindi, auspicabilmente, un periodo di dialogo per consentire almeno "il passaggio delle auto per far scendere le persone, o trovare altri parcheggi in zona, che la navetta da via Plebiscito non basta" come ribadisce un altro ristoratore, Simone Tomasello del Camelot, che aggiunge: "Già sei persone che lavoravano qui si sono dimesse". Da Gammazita, attività anche questa chiusa, viene poi un messaggio di solidarietà sui social: "Noi crumiri non siamo e non vogliamo nemmeno essere il capro espiatorio del prossimo lunedi".