20 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:44
×

Catania, si continua a sparare: due i bersagli colpiti nella notte

La tensione è altissima in città.

Laura Distefano

29 Agosto 2025, 07:25

Una sequenza di fuoco che pare inarrestabile. Si continua a sparare a Catania: questa notte sono stati due i bersagli colpiti. Una panineria in via Dell'Agricoltore e un bar in via XXXI Maggio. Nel primo caso sono intervenuti i poliziotti delle Volanti, nel secondo invece i carabinieri. Le indagini sono coordinate dalla procura.

La tensione è davvero altissima nel capoluogo etneo. La scelta di ricorrere alle armi e di farlo in modo così spudorato ha l'obiettivo di creare disordine.

L'analisi della Uil

«Dati alla mano, a Catania operano su strada appena 5 Volanti mentre servirebbero almeno 8 pattuglie per garantire un relativo controllo del territorio. I colleghi, tanti con diversi anni di servizio, garantiscono anche d'estate la loro presenza vedendosi negare il sacrosanto diritto a turni completi di riposo. E alcuni, chiamati a controllo di profilassi anti Aids per causa di servizio, oltre ad effettuare il turno mattutino a disposizione della Direzione Sanitaria vengono obbligati nello stesso giorno a svolgere pure il servizio serale».

Per Claudio De Luca, coordinatore della UilPolizia Sicilia, «anche così si spiega l’allarme sicurezza nel capoluogo etneo, dove non passa giorno senza che si registrino reati contro le persone ed episodi eclatanti come i raid a colpi d’arma da fuoco avvenuti negli ultimi quattro giorni contro esercizi commerciali al Villaggio Sant’Agata e in via XXXI Maggio, in via Garibaldi e via Plebiscito».

«La misura è colma – esclama De Luca – La criminalità sta prendendo il sopravvento condizionando la serenità dei cittadini e ciò malgrado i molteplici sforzi, i quotidiani sacrifici, degli operatori di Polizia. In particolar modo, quelli dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, che andrebbero incentivati e lodati. Invece, risulta a questa organizzazione sindacale che proprio loro sono sottoposti a procedimenti disciplinari, colpevoli forse di fare il proprio lavoro con troppa professionalità, al contrario di chi infligge le contestazioni per sterili reazioni a incomprensioni personali».

«Che un Questore – aggiunge il coordinatore regionale della UilPolizia – richiami in malo modo e pubblicamente un collega in divisa, mortificandolo perché i pantaloni della divisa si sono accidentalmente impigliati allo scarponcino, non ci sembra il modo migliore per affrontare situazioni di ben altra importanza come l’emergenza che Catania vive ultimamente!». Claudio De Luca conclude: «La UilPolizia, in linea con i principi della Uil, rivendica ancora una volta la rivisitazione della legge di riforma 121/81, in particolare sul fronte della disciplina, ormai obsoleta e inadeguata ai nostri tempi oltre che alle esigenze di una Polizia Moderna. Riguardo all’emergenza-Catania, poi, ci auguriamo che già in occasione degli ormai prossimi trasferimenti di agenti disposti dal Ministero la Questura di Catania destini qualche unità in più all' Ufficio Prevenzione Generale. Auspichiamo, infine, un tangibile segno di vicinanza del Governo alla Città di Catania con la convocazione urgente del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica da parte del ministro dell’Interno, il prefetto Matteo Piantedosi».

In aggiornamento.