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Catania e la movida “smascherata”: «Tanto, chi li fa i controlli?»

Di Redazione |

CATANIA – Un altro fine settimana “senza regole” è appena terminato in piazza Stesicoro e piazza Duomo, ma anche piazza Teatro Massimo oltre alle ormai arcinote via Gemmellaro, via Pulvirenti e piazza Scammacca. Le immagini lasciano pochi dubbi.

«Ma la mascherina?». La domanda è la più “scomoda” che, in tempi di Covid, si possa rivolgere ai serafici cittadini a passeggio per via Etnea in un ancora caldo sabato di ottobre, e il più delle volte si rischia di ricevere per tutta risposta un «vaffa» o comunque un «lei si faccia i fatti suoi». Ben pochi rispettano l’ultimissima ordinanza del governatore Musumeci che “ordina” (è scritto proprio così) “a ogni cittadino al di sopra dei sei anni l’obbligo di tenere sempre la mascherina nella propria disponibilità quando si è fuori casa, e di indossarla nei luoghi aperti al pubblico se si è nel contesto di presenze di più soggetti, si è dispensati solo se ci si trova fra congiunti o conviventi”.

Sarà forse perché in città nessuna eclatante sanzione è stata ancora elevata a cittadini o pedoni per mancato uso della mascherina, e si parla di 400 euro che si riducono a 280 se pagata entro cinque giorni, di fatto non si è ancora capito che usare la mascherina non è esattamente una scelta, ma un obbligo. E che a volte diventa anche oggetto di discussione all’interno delle famiglie, come quella di Marta e Giuseppe, in giro con il proprio figlio piccolo: lei rigorosa, con mascherina di stoffa abbinata al vestito, lancia uno sguardo severo al consorte, «io gli dico sempre di metterla». «Ma ce l’ho», risponde lui, cercando nelle tasche dei jeans, «eccola, vede?», e tira fuori una mascherina chirurgica spiegazzata. «Lo sa che rischia una multa salata?», azzardiamo rischiando una reazione scomposta. «Ha ragione, ora me la metto, ma vede quanti non la indossano?».

E in effetti i vari gruppetti che incrociamo, soprattutto giovani e turisti (tanti in questi giorni), sono “misti” fra chi la indossa correttamente, chi sotto il mento e chi la tiene nel braccio. Proviamo l’approccio, forse un po’ troppo provocatorio, con alcuni giovanissimi. «Voi avete 400 euro da spendere per la multa in caso di controlli delle mascherine?». «Ma cosa vuole che controllino – replica Sergio, che la mascherina la tiene sotto il mento – io sto fumando, poi la tiro su. Ma non saranno queste (indicando il mento) a salvarci dal Covid, piuttosto sa cosa succede di sera? I nostri genitori ancora non ci permettono di uscire come vorremmo, poi ora si è iniziata la scuola, ma se cominciassero con l’evitare gli assembramenti allora sì che lo capirei. O non servirà a niente essere super controllati solo a scuola». Li salutiamo non prima che abbiano indossato tutti il presidio di protezione: loro ridono, chissà quanto durerà.

Un signore sta parlando al telefono, è senza mascherina. Ci guarda, gli facciamo un segno interrogativo eloquente, la sua risposta con la mano lo è altrettanto, fatevi i fatti vostri. Un pullman di turisti si ferma in piazza Stesicoro, saranno una trentina. Sono tedeschi. Le mascherine le hanno, ma non tutte coprono naso e bocca e, soprattutto, camminano in gruppo, forse troppo vicini. L’autista allarga le braccia, «le raccomandazioni vengono date, non siamo mica poliziotti».

All’entrata dell’anfiteatro romano l’addetto alla vigilanza indossa una visiera di plastica, la mascherina è abbassata, si accorge di noi e fa un cenno come a dire «solo per respirare un attimo». Ma, almeno lì, senza mascherina non si entra.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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