Il Mezzogiorno arranca e Catania ne è l'esempio, il grido d'allarme della Cgil provinciale
Si è aperto il 17° congresso provinciale con la relazione del segretario generale Carmelo De Caudo
Ha preso il via a Catania il 17° congresso provinciale della Cgil dal titolo: “A Catania il lavoro crea il futuro. Diritti e idee per un sindacato del cambiamento”.
Prima dell’inizio del congresso l’attore Nicola Costa ha letto un testo di Giuseppe Di Vittorio, padre della Cgil, ed è stato proiettato un video che racconta la vita di una famiglia di lavoratori che, nel ripercorrere le sue diverse generazioni, descrive di fatto anche la presenza costante del sindacato nella vita di tutti i giorni. I lavori hanno avuto inizio con la riflessione di Nadia Pyneandee, cittadina italo-mauriziana, impiegata nell’Ufficio Immigrati e nel Caaf Cgil.
Durante la sua relazione all’assemblea il segretario generale Carmelo De Caudo ha messo in evidenza alcuni punti salienti e critici che investono il Mezzogiorno in generale e la città di Catania in particolare: «Occorre un’inversione di rotta – dice – che punti su nuove politiche di sviluppo, occupazione, inclusione sociale e su azioni che mirino ad intercettare e valorizzare gli investimenti. Catania ad oggi è un anello debole del sistema produttivo non solo della città ma di tutta la provincia».
Cinque i temi sottolineati da De Caudo su cui bisogna intervenire: la sanità, l’istruzione con tutto il suo carico di evasione scolastica e di povertà educativa; l’aumento delle famiglie in povertà; le infrastrutture che continuano a mancare e l’indice di disoccupazione catanese del 31,1%, come da dati Istat del settembre 2022, che è tra i più alti del resto d’Italia. «Catania rispecchia in pieno l’identikit del rapporto Svimez 2022 che rappresenta una realtà drammatica con cui dobbiamo fare i conti». Durante il suo intervento il segretario ha fatto riferimento anche alla «stasi amministrativa» della città sottolineando il fatto che nella nostra città manchi una «cabina di regia» territoriale come stabilito nell’«Accordo nazionale governo-sindacati» sulla partecipazione e il confronto nell’ambito del piano integrato previsto dal Pnrr. «Occorre puntare su nuove politiche di sviluppo, occupazione, inclusione sociale; su azioni che mirino a intercettare e valorizzare gli investimenti», dice il segretario.
Altro punto saliente il disagio sociale che vivono soprattutto le famiglie meridionali, come viene messo in evidenza anche dal rapporto Svimez. «Catania registra un peggioramento della qualità della vita: è sporca e caotica e con un indice di povertà in continuo aumento», dice De Caudo.
Altro tema trattato quello delle infrastrutture e del bisogno che venga istituito un “tavolo” permanente di confronto che valuti l’impatto della Zona economica speciale del territorio (Zes), che rappresenta un’opportunità concreta di sviluppo e della possibilità di nuovi insediamenti di imprese, anche grazie ad alcune opere previste, come il collegamento del Porto di Riposto con l'autostrada A18 e il miglioramento della viabilità di accesso all’interporto. De Caudo ha fatto riferimento alla possibilità che l'Enac trasformi l'aeroporto di Catania in un importante Hub dove localizzare partenze e arrivi intercontinentali con l'area mediterranea e quella asiatica, «ma ancora non vediamo nessun segnale concreto in questa direzione».
A concludere i lavori della giornata di ieri Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia. «Una grande città come Catania - dice Mannino - risente come ovvio delle criticità che investono l’ intera regione. Ha anche però dei punti di forza, delle eccellenze su cui occorre puntare nel momento in cui, auspichiamo presto, si ridisegnerà una nuova politica industriale per la regione che tenga conto dei processi di transizione ecologica, energetica, digitale inevitabili. E’ una città che ha mostrato e continua a mostrare vitalità e dinamismo, pur nelle enormi difficoltà della fase storica, ma che conserva anche sacche di degrado.
«Nelle sue contraddizioni è un po' l’emblema di una Sicilia che vorrebbe ripartire, che ha grandi potenzialità, ma che trova ancora il freno di politiche del Sud inadeguate e di politiche regionali che ancora non trovano una direzione compiuta. Il nostro piano del lavoro contiene tutti gli elementi che possono giovare al rilancio della città e dell’intera area, della sua industria, agricoltura e tutti i settori produttivi. Bisogna crederci e insistere sui grimaldelli di investimenti e legalità per smuovere le acque».
In platea erano presenti anche la prefetta Maria Carmela Librizzi, il questore Vito Calvino (entrambi sono intervenuti sul palco), deputati, senatori e rappresentanti delle istituzioni e dei partiti, delle Forze dell’Ordine e delle organizzazioni datoriali, nonché i segretari generali di Cisl, Uil e Ugl, Maurizio Attanasio, Enza Meli, Giovanni Musumeci. Ai lavori hanno partecipato Laura Ghiglione della Cgil nazionale e il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino.