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Catania, c’era una volta il salotto buono: il declino di corso Italia

Di Redazione |

CATANIA – «Cosa dovrebbe portarmi a tornare a passeggiare in corso Italia?». A chiederselo è il prof. Giuseppe Ragusa, un 75enne che ben ricorda come è nato il glorioso viale e ne sta assistendo alla parabola discendente. E che in questa fine estate, forse anche grazie ai controlli allentati da parte della polizia locale, vede automobilisti e motociclisti dare il peggio di sé in tema di parcheggi selvaggi su marciapiedi, invadendo in parte, ma a volte anche in toto, strisce pedonali, scivole per disabili e carrozzine, fermate riservate agli autobus.

I ciclisti percorrono ormai solo i marciapiedi come se fossero la loro pista mai realizzata, talvolta arrivando addirittura a sfrecciare tra i tavolini di un bar, cercando di schivare pedoni e auto. Per non parlare dei contenitori per differenziare carta, plastica e vetro e dove ogni rifiuto si confonde, dalle cicche di sigarette che si trovano quasi sotto ogni albero in spregio ai pur presenti posacenere pubblici, gli odori nauseabondi di urina dai muri (brutalmente imbrattati da pessimi writer fra l’altro) e che a tratti rendono l’aria irrespirabile, marciapiedi che meriterebbero pulizia e attenzione quotidiana.

Soprattutto davanti alla chiesa Cristo Re, dove un senzatetto bivacca ormai ogni giorno, sfama i piccioni, espleta i propri bisogni corporali senza curarsi delle conseguenze igieniche, ma soprattutto delle persone che passano e proseguono oltre con evidente sdegno. Senza che nessuno pensi a come porre rimedio a una evidente situazione di degrado. La persona in questione è conosciuta dai servizi sociali del Comune? Il parroco della chiesa ha fatto opportuna segnalazione a chi di dovere?Non va meglio sul fronte dei rifiuti, considerando la raccolta differenziata qui in atto: i titolari e dipendenti dei negozi infatti molto spesso accatastano sulla strada carta, cartoni, plastica per imballaggi ben prima dell’orario di chiusura e quindi ben prima dell’orario deputato alla raccolta. Un danno puramente estetico, in questo caso. Va peggio quando si tratta dei rifiuti dei residenti, quindi organico e indifferenziato, troppo spesso preda di randagi e che comunque vengono appoggiati su un marciapiede che meriterebbe una pulizia successiva, «non vedo perché residenti e commercianti – commenta Ragusa – notando questo evidente limite dell’attuale servizio di raccolta che non effettua pulizia e disinfezione, non possano dotarsi di acqua e disinfettante e farlo loro, almeno nella parte di loro competenza».

Residenti, ma anche avventori di locali, anche storici che pur resistono nonostante «la carenza evidente di parcheggi», è questo il tema più sentito che accomuna le due categorie, convengono sul «degrado a cui corso Italia sta assistendo, ma anche il resto della città non è messa certo meglio. Certo, questa che era pensata come la strada dello shopping di classe sta subendo un vero e proprio tracollo».

E così torniamo alla domanda che apre l’articolo, perché tornare a passeggiare in corso Italia? «C’è un degrado generale – riprende Ragusa – dal vestire, alla mentalità, alla concezione delle cose più semplici, che non risparmia anche la passeggiata in corso Italia. E che oggi non ha più il significato che aveva, per esempio, già negli anni ’60, quando si usciva a camminare ed era un vero piacere anche solo respirare l’aria salubre che proveniva da piazza Europa. Oggi non si ha più lo scopo di farsi una passeggiata perché trovi macchine parcheggiate male, odori sgradevoli e aria malsana. Serve a vedere i negozi? Ma i negozi hanno perso tanto del fascino e dell’eleganza di una volta, oggi tanti chiudono perché non riescono più a pagare gli affitti e a reggere la concorrenza del confezionamento a buon prezzo, i clienti non trovano i parcheggi vicino e, dettaglio non trascurabile, la buona manifattura, per quanto più apprezzabile, resta una scelta di pochi. Per essere bello è ancora bello corso Italia, ma è troppo trascurato. Niente a cui non poter porre rimedio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA