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Catania, assalto alle spiagge libere cercando di mantenere le distanze

Di Redazione |

CATANIA – C’è stato un vero e proprio assalto alla Plaia di Catania in questa seconda domenica di luglio di questa estate segnata dal Covid. Migliaia di catanesi si sono riversati lungo il litorale sabbioso ai piedi della città e hanno affollato soprattutto le spiagge libere 1, 2 e 3, dove comunque bisogna registrarsi prima di accedere e dove si cerca in tutti i modi di far rispettare le regole sul distanziamento. Non sempre è facile, perché spesso si tratta di grandi nuclei familiari o di amici che ormai si vedono quasi quotidianamente dalla fine del lockdown. Fatto sta che oggi la spiaggia catanese è apparsa pericolosamente affollata e tanti bagnanti hanno quasi dimenticato l’emergenza sanitaria, forti forse del fatto che il virus all’aria aperta abbia più difficoltà a circolare e che i raggi ultravioletti del solo, lo iodio del mare e la concentrazione salina possano attenuare i rischi di contagio.

Vero è che la Sicilia continua a essere una delle regioni meno colpite dal virus, ma è anche vero che in Italia i contagi sono tornati a salire: e con il turismo che comincia a muovere i primi passi, con i primi aerei carichi di vacanzieri che cominciano ad arrivare all’eroporto di Catania, il rischio di infezione resta ancora. Tanto che il governo sta valutando la proroga a fine anno dello stato di emergenza per contrastare il coronavirus. 

«Abbiamo fatto tanti test – ha ammonito questa mattina il premier Giuseppe Conte in un video pubblicato su Fb – abbiamo una maggiore conoscenza, più diffusa, c’è una cultura su questo virus che nei primi tempi ci sfuggiva. Ma tutti sappiamo che con alcune regole precauzionali possiamo affrontare anche la nuova stagione, questa estiva, la prossima, con relativa tranquillità. Dobbiamo stare attenti, questo sì».

E l’unica maniera per stare attenti è quella di rispettare anche in spiaggia le misure anti Covid, rappresentate dal distanziamento interpersonale e, se necessario, dall’indossare le mascherine. Il problema degli assembramenti in spiaggia non sussiste quando a stare sotto lo stesso ombrellone sono gli appartenenti ad un unico nucleo familiare. L’impegno dei bagnanti c’è, gli operatori cercano di fare il possibile ma non sempre si riesce a far seguire le regole. L’unica strada resta quella della sensibilizzazione al rispetto delle norme sanitarie di prevenzione dal contagio del coronavirus, soprattutto il distanziamento sociale. Controlli delle forze dell’ordine darebbero, infatti, risultati molto limitati. E oggi, sotto ombrelloni, tendine e quant’altro per ripararsi dal sole, sono state consumate anche le solite grandi “abbuffate” a base di pasta al forno, cotolette, gelato ed anguria, accompagnate da rilassanti partite a carte nell’attesa del rientro a casa.

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